RAGUSA – Si accende la protesta tra degenti e familiari del nosocomio ragusano, stanchi di essere trattati come cittadini di serie B per la mancanza di servizi essenziali. Da tre giorni, infatti, all’ospedale Maria Paternò Arezzo si opera con l’ausilio di stufe elettriche per riscaldare le sale operatorie.
Sulla questione interviene il Codacons, che teme ripercussioni sul fronte della sicurezza. «E’ increscioso che all’interno di un luogo preposto alla salvaguardia delle vite umane com’è la sala operatoria di un nosocomio, si possa mettere a repentaglio l’incolumità stessa dei pazienti e del personale medico e infermieristico», afferma Francesco Tanasi, Segretario Nazionale Codacons.
La causa del disservizio in questione è imputabile a un guasto al gruppo di continuità, che ha messo fuori uso l’impianto di climatizzazione, costringendo la direzione a sospendere per un giorno tutta l’attività della sala operatoria, della sala parto, e di parte della diagnostica. Ma il disservizio è partito già qualche giorno fa.
Il Codacons, quindi, chiede l’invio degli ispettori del Ministero e l’apertura di un’indagine su possibili ripercussioni sul fronte della sicurezza.