Buoni e cattivi: lo Stato chi difende davvero? Lo chiederò tra 20 anni alla figlia di Giordana Di Stefano

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CATANIA – Virtù eminentemente sociale che consiste nella volontà di riconoscere e rispettare i diritti altrui attribuendo a ciascuno ciò che gli è dovuto secondo la ragione e la legge.

Questa la ‘giustizia’ che si legge nei vocabolari, una giustizia che stride con quello che si legge negli occhi di una mamma e di un papà a cui è stata rubata la figlia uccisa sotto 48 coltellate dall’ex fidanzato.

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Può mai avere giustizia un così atroce omicidio? Certo che no. E lo dimostra il fatto che lo Stato permetta di usufruire di riti abbreviati che consentono poi lo sconto di pena; lo dimostra il fatto che l’appello e la Cassazione potrebbero ribaltare quanto stabilito in primo grado; lo dimostra il fatto che l’ergastolo – che in certi casi dovrebbe essere assegnato senza difficoltà – non viene applicato perché la legge non lo permette.

E così siamo di fronte a uno Stato che a volte dà l’impressione di tutelare di più chi i reati li commette rispetto a chi li subisce.

Arrivano anche sentenze giuste, nell’ingiustizia dello stato: come quella che riguarda Luca Priolo, l’assassino di Giordana Di Stefano che ha ucciso con 48 coltellate. Omicidio commesso con consapevolezza perché anche le perizie hanno stabilito che il Priolo era capace di intendere e volere – il giovane continua a «negare la premeditazione», ribadendo che il movente è da collegare a «un raptus» dovuto alla «volontà di lei di non revocare la denuncia per stalking» nei suoi confronti-. La pena a cui è stato condannato è giusta perché il massimo che può essere dato dal rito abbreviato, ma non è giusta per il tipo di omicidio.

E mi chiedo: è giusto che di fronte a certi omicidi venga concesso il diritto del rito abbreviato? E ai diritti di mamma Vera, del papà, della figlia che Giordana non vedrà più, chi ci pensa? Chi spiegherà alla piccola che la mamma è stata uccisa dal suo papà e che quel papà non è neanche stato condannato all’ergastolo per uno strano iter giudiziale (definisco così il rito abbreviato in questi casi)? Chi spiegherà alla piccolina che lo Stato a volte difende più i cattivi che i buoni? Chi le dirà che in questo Stato sta in carcere chi ricatta per una foto e gli assassini possono godere dopo pochi anni di permessi uscita per buona condotta?

Riflessioni amare in una serata triste a 25 mesi dalla scomparsa di Giordana. Che da lassù, sono certa, sorride a sua figlia, ai suoi genitori, ai suoi amici…e forse sorride anche allo Stato, ma di un sorriso amaro perché non ha insegnato a sua figlia quale è la vera giustizia.

Queste le parole della mamma di Giordana

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