Domenica 5 novembre è ormai vicina, i candidati stanno, in queste ore, chiudendo le loro campagne elettorali e tra gli ospiti big della politica, i vari punti dei programmi e i tanti “impresentabili” il clima è più caldo del solito.
Questa mattina abbiamo incontrato l’onorevole Francesco Laforgia di Articolo1, che supporta la candidatura di Claudio Fava come prossimo presidente della Regione.
Articolo 1 ha scelto di appoggiare la candidatura di Claudio Fava, quali punti vi vedono uniti?
«Le campagne elettorali non sono soltanto il momenti in cui si presentano i progetti futuri ma sono anche un passaggio nel quale si formula un giudizio su quello che è stato in questi anni e il quadro che ci viene consegnato dalla giunta uscente è piuttosto desolante. 58mila posti di lavoro persi in un anno, 13 punti di prodotto interno lordo persi in 5 anni, stiamo parlando di una condizione della regione che presenta otto miliardi di debito consolidato, quindi una terra meravigliosa che è stata, nei fatti, trascurata e abbandonata. Noi partiamo da questo situazione disastrata e per questo abbiamo fatto una scelta di libertà, dignità e autonomia con Claudio Fava, anche perché siamo contrari a una tesi incredibile e cioè che per costruire il centro sinistra bisogna assoldare pezzi di centrodestra. Questa invece è stata l’operazione Micari e contro essa abbiamo messo in campo la nostra proposta, che è anche una proposta per la Sicilia e per la dignità di una regione che sta cercando il suo riscatto».
Cosa pensa dei così detti “impresentabili”, comparsi nelle liste di quasi tutti i candidati? Claudio Fava invece, come lo avete definito anche voi, è libero di camminare a testa alta.
«La biografia personale, familiare, di Fava mette lui nelle condizioni, insieme a tutti noi, di poter denunciare quello che sta accadendo in questa campagna elettorale dove ci sono liste all’interno delle quali troviamo gli “impresentabili”. Anche nel Movimento 5 Stelle c’è una sorta di doppia morale, che diventa qualcosa di ipocrita e insopportabile. Un movimento che ha fondato le sue ragioni sul tema della legalità, della trasparenza, della lotta alla criminalità e che invece poi alla prova più difficile nelle elezioni regionali, si ritrova, nelle sue liste, dei candidati che non dovrebbero esserci, perché non sono così specchiati come loro vorrebbero far credere. In questo senso la denuncia di Fava è forte e va in una direzione che possa aprire la strada, per questa regione, a una stagione nuova, fatta di un’etica, di cui si è persa traccia. Proprio per questo il voto della lista “I Cento Passi”, il voto per Claudio Fava è libero e pregno di etica della responsabilità che dovrebbe essere la cifra della politica».
Come ipotizza la Sicilia del 6 novembre?
«È molto difficile dirlo, sto facendo un giro in questa regione come molti altri miei compagni di Articolo1 e Mdp e la sensazione è molto positiva. Attualmente c’è tanta rabbia e delusione e ci sono professionisti della rabbia che sono più bravi di noi a raccoglierla. Il messaggio di queste ultime ore che vogliamo consegnare ai cittadini siciliani è quello di non arrendersi a questa rabbia perché c’è un momento per la protesta ma ce né anche uno per la proposta. Serve una competenza che altre forze politiche a partire dai 5 Stelle hanno dimostrato di non avere. Vedo una destra che sta crescendo, è questo è il grande regalo fatto dal partito democratico di Renzi, io penso che il voto utile sarà quello dato a Fava per una convinzione molto semplice che ogni voto dato a noi servirà a rispostare l’asse della politica in questa regione e riportarlo su un alveo di maggiore dignità».
È possibile, secondo lei, l’ipotesi per cui Fava potrebbe appoggiare Cancelleri, qualora dovesse vincere, in modo da ottenere così una maggioranza all’Ars?
«In futuro il nostro contributo sarà sulle proposte, se alla guida di questa regione ci saranno forze politiche che mettono sul tavolo temi che sono in sintonia con il nostro modo di intendere le cose e di guardare ai processi e al governo di questa regione noi non ci sottrarremo, faremo una valutazione punto per punto, proposta per proposta. Questo non vuol dire fare delle alleanze, escludo questa ipotesi futuristica, vuol dire stare sul merito e questo è il ruolo che cercheremo di svolgere nel futuro».
di Agnese Maugeri