RAGUSA – “Il momento è rimasto critico. Forse si comincia a vedere la luce in fondo al tunnel. Ma non dobbiamo dimenticare che la crisi, comunque, è sempre presente. E per le piccole e medie imprese, soprattutto quelle siciliane, è molto più complicato restare a galla”.
Parola di Giuseppe Cascone, ragusano, 66 anni, che, venerdì scorso a Roma, è stato eletto vicepresidente nazionale della Cna, unico siciliano ad essere stato inserito negli organismi di vertici della confederazione. “Ringrazio con grande convinzione gli organismi regionali e provinciali che mi hanno proposto e la massima assise che mi ha accordato la fiducia – afferma Cascone con una punta di commozione – segno che l’impegno e i risultati raggiunti, nei 4 anni trascorsi al timone della confederazione in Sicilia, assieme all’allora segretario Mario Filippello, sono stati positivi e certamente apprezzati. Adesso metterò l’esperienza maturata al servizio della governance nazionale con in testa il riconfermato presidente Daniele Vaccarino e il segretario Sergio Silvestrini per potere rappresentare al meglio il tessuto produttivo siciliano e le specifiche istanze dei nostri artigiani e delle nostre piccole e medie imprese”.
Ma di cosa c’è bisogno? “Ho molto apprezzato – sottolinea il neo vicepresidente nazionale – molti passaggi della relazione del riconfermato presidente Vaccarino. Più di tutti, però, sono convinto che l’impresa, e questo il presidente nazionale ha tenuto a sottolinearlo, ha bisogno di grande elasticità per adattare i ritmi e le tecniche del lavoro ai rapidi mutamenti che intervengono nella produzione dei beni e dei servizi. Il riferimento è alla difficoltà di gestione dei tempi e degli orari di lavoro, alla rigidità delle mansioni contrattuali rispetto all’evoluzione delle competenze e dei ruoli. Bisognerebbe conciliare al meglio le esigenze delle imprese con le necessarie tutele da garantire ai lavoratori. Questo è il tema che sarà al centro del nuovo sistema di contrattazione collettiva dell’artigianato e della piccola impresa. Ecco perché dovrebbe essere indifferibile l’obiettivo di misurare la rappresentatività delle organizzazioni datoriali e sindacali. Se poi consideriamo che tutto questo, in Sicilia, viene amplificato in peggio, allora ci rendiamo conto di come la situazione possa diventare estremamente problematica. Abbiamo la necessità di colmare parecchi gap, tra i quali quelli infrastrutturali, senza i quali non è possibile pensare di potere competere di pari passo con le realtà più evolute del nostro Paese. E in più, in ogni caso, dobbiamo scommetterci con l’obiettivo di creare sistemi di produttività che garantiscano risposte di un certo tipo ai vari mercati a cui ci rivolgiamo. Nelle nostre imprese sono insite determinate potenzialità che però riusciamo a sfruttare soltanto pochissime volte. Dobbiamo invertire questa tendenza. E sono certo che con il neopresidente regionale, Nello Battiato, e con il segretario regionale, Piero Giglione, sapremo muoverci lungo questa significativa direzione per garantire determinate risposte al substrato produttivo della nostra isola”.