CATANIA – “Giovanni è la dimostrazione che con impegno e volontà si può cambiare la nostra società e soprattutto si possono inserire giovani con disabilità in contesti lavorativi”.
Ad affermarlo sono le dottoresse Genitori D’Arrigo, Mertoli e Ferlito dello studio Parentage, studio che da tempo porta avanti vari progetti per l’inclusione sociale attraverso un sostegno concreto ai ragazzi e alle loro famiglie.
Con Giovanni, un giovane di 23 anni con un deficit cognitivo di grado lieve, è stato fatto proprio questo e da un mese Giovanni lavora presso la mensa della Sifi con la squadra e intervenendo nelle varie mansioni della cucina.
Accanto a lui due tutor, o meglio due angeli custodi, Giuseppe e Alessio Borzì che stanno seguendo Giovanni insegnandogli i trucchi del mestiere.
Giovanni arriva ogni mattina alle 9 in azienda: prende, da solo, l’autobus e arriva prima di tutti. Il suo orario di lavoro inizia alle 10 ma è più forte l’entusiasmo e così ogni mattina arriva con il sorriso in viso e con tanta voglia di fare e imparare.
A lui sono state assegnate varie mansioni, alcune riesce a svolgerle da solo, altre sotto la supervisione dei suoi tutor.
“A Giovanni abbiamo insegnato alcune regole di base, come mescolare le preparazioni: cucinare lo gratifica e pian piano stiamo insegnando come si fa. Giovanni è molto attento e questo ci aiuta nello svolgere il nostro lavoro”, dicono Giuseppe e Alessio.
“Giovanni è un nostro paziente da maggio e con lui abbiamo iniziato questo percorso. Puntiamo molto sull’autonomia e ci impegniamo, come studio, affinché questo messaggio possa essere accolto dalla società. Lo facciamo anche attraverso l’esperienza con La Casa di Toti mediante stage specifici e un lavoro continuo che permettono ai giovani di imparare un mestiere e di poter gestire tra qualche mese il primo albergo etico in Sicilia, progetto unico nel suo genere che pone la Sicilia, grazie all’impegno di Muni Sigona, all’avanguardia tra i progetti di inclusione sociale”, affermano le responsabili dello studio Parentage.
Tante, infatti, le aziende che hanno sposato il progetto de “La casa di Toti”, aziende che permettono ai ragazzi durante gli stage di capire come funziona il lavoro con esperienze pratiche. Se tutto ciò è possibile è grazie anche all’iniziativa “I bambini delle fate” che si prefigge lo scopo di sostenere progetti per l’inclusione sociale di bambini e ragazzi con disabilità e ne assicura la continuità nel tempo grazie a donazioni responsabili.
“Ringrazio di cuore le aziende che hanno deciso di sostenere questo progetto – dice Muni Sigona. Speriamo che altri imprenditori possano seguire l’esempio e sostenere quello che per noi è un sogno ma per i nostri figli una speranza di vita”.
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