Ex Provincia regionale di Ragusa, i 352 dipendenti oggi in strada a protestare. L’ente rischia il default

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RAGUSA – Totale partecipazione dei 352 dipendenti dell’ex provincia di Ragusa allo sciopero generale indetto per oggi dai sindacati a livello contro i “tagli” fissati dallo Stato nei confronti di province e città metropolitane che hanno portato gli enti sull’orlo del dissesto strutturale. A Ragusa, questa mattina, corteo per le vie cittadine e sit in davanti alla Prefettura prima di essere ricevuti dal capo di gabinetto Massimo Signorelli. La protesta di Ragusa riguarda, oltre alle rivendicazioni nazionali contro il prelievo forzoso dello Stato, la richiesta di un finanziamento regionale adeguato ad evitare il dissesto dell’ente che aspetta almeno 5 milioni di euro dall’ultimo riparto di 21,5 milioni deciso dall’Assemblea regionale siciliana per evitare la messa in liquidazione dell’ex Provincia e la chiusura dei servizi essenziali. Una delegazione dei dipendenti del Libero consorzio comunale ha partecipato, poi, alla protesta nazionale in programma, sempre oggi, a Roma.

“E’ arrivato il momento – sottolinea il segretario generale della Cisl Fp Siracusa-Ragusa, Daniele Passanisi – di fare sentire la voce di personale che non è ammissibile si trovi in queste condizioni. Occorre fare chiarezza e, soprattutto, sono necessarie risposte certe. Non possono esserci dubbi sul fatto che la situazione debba essere calibrata anche alla luce degli impegni che il governatore Crocetta aveva assunto, nei giorni scorsi, con gli stessi dipendenti dell’ex Provincia. Ma, nei fatti, non è arrivata ancora alcuna risposta concreta. E il rischio default è sempre più vicino”.

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Sulla vertenza sono intervenuti, nel corso degli ultimi giorni, vari esponenti politici. Questa mattina, in particolare, a prendere la parola sono state le parlamentari regionale Vanessa Ferreri e nazionale Marialucia Lorefice, entrambe espressione del Movimento Cinque Stelle. “Solidarietà ai dipendenti della Provincia Regionale di Ragusa – dicono in una nota – che ancora oggi manifestano per veder riconosciuti i loro sacrosanti diritti e per garantire servizi, a partire da quelli essenziali. Un problema, quello del prelievo forzoso dello Stato, un vero e proprio dramma, una problematica che viene sollevata da anni ormai ma non sembra trovare soluzione. Solo promesse, le solite e nulla più. Ciò che oggi sta avvenendo è frutto di scelte che non hanno saputo tenere conto delle necessità dei territori e dei dipendenti. Occorre trovare delle soluzioni prima che vada tutto a rotoli”.

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