RAGUSA – Quale relazione può esserci tra chi si occupa di trattamenti fitosanitari e il rischio cancerogeno? E’ l’interrogativo a cui ha cercato di rispondere il Servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro dell’Asp 7 di Ragusa che ha condotto uno studio sull’incidenza della patologia tumorale negli utilizzatori professionali di fitofarmaci nell’area iblea.
Non è stata una scelta a caso. Infatti, il comparto, cioè l’agricoltura intensiva in serra, risulta essere il più significativo sul piano produttivo della provincia di Ragusa. Ed ecco perché l’attenzione è caduta proprio su tale ambito. Sono stati 7.585 i lavoratori che hanno fatto parte del campione. Si tratta di lavoratori maschi titolari di patentino per l’utilizzazione di prodotti fitosanitari. E’ emerso un dato in particolare. E cioè che la popolazione è sostanzialmente “protetta”, non esistono ragioni specifiche di allarme anche se bisogna fare i conti con un “eccesso di rischio statisticamente significativo”, vale a dire l’1,14 per cento dei tumori della pelle. Questi ultimi, però, sarebbero da attribuire alla esposizione ai raggi ultravioletti. Inoltre, c’è anche l’1 per cento di incidenza del mieloma da tenere in considerazione. Secondo lo studio, quindi, non sono venuti fuori dati tali che potrebbero mettere in correlazione l’insorgere di patologie tumorali all’utilizzo di fitofarmaci. Questo non toglie che la mansione in questione sia a rischio cancerogeno.
Le basi dello studio sono state poste già nel 2011. I dati forniti dall’Anagrafe, dall’Ispettorato provinciale dell’Agricoltura e dal Registro tumori sono serviti per tirare le conclusioni. I ricercatori che hanno formato l’equipe spiegano che l’attività è stata molto complessa ed articolata anche perché lo Spresal ha ritenuto opportuno coinvolgere vari enti. Sono 11mila i lavoratori esposti a pesticidi e che hanno acquisito il relativo patentino. L’elenco è stato fornito dall’Ispettorato provinciale dell’agricoltura mentre il Registro tumori è stato coinvolto per il calcolo dell’incidenza tumorale per quanto concerne la popolazione in questione. I componenti dell’equipe hanno tenuto a sottolineare che si tratta di dati certi, quindi non di proiezioni, che hanno ottenuto pure le conferme istologiche. Lo Spresal, comunque, non si ferma qui. Intende ampliare la propria ricerca anche sui lavoratori del terziario, sulla scuola e le amministrazioni pubbliche.
di Giorgio Liuzzo