Cancelleri e la sua idea di Sicilia: intervista con il candidato del M5S alla presidenza della Regione

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CATANIA – Comincia con Giancarlo Cancelleri la serie di interviste che abbiamo deciso di porre ai candidati alla presidenza della regione ma anche ai vicepresidenti da loro designati. Manca poco più di un mese alla chiamata alle urne e c’è davvero tanta confusione, soprattutto sui programmi poco chiari che ogni singolo candidato porterebbe avanti in caso di vittoria. Ecco perché abbiamo pensato a delle domande che saranno uguali per tutti; diverse, invece e ovviamente, le risposte che rappresentano un modo per capire meglio cosa si farà (o si pensa di fare), chi è il candidato, quali sono le priorità.

Cominciamo, appunto, con il candidato del M5S, nei prossimi giorni le interviste agli altri candidati.

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Per rafforzare il tessuto imprenditoriale sfibrato dalla lunga crisi economica e per attivare uno sviluppo capace di generare nuova occupazione una delle chiavi, si sostiene da più parti, sarebbe quella di intercettare investitori esteri. A suo giudizio con quali politiche sarebbe possibile attrarre i potenziali investitori?
 
<<La Sicilia deve diventare un interlocutore credibile per investitori esteri. È necessario, quindi, garantire servizi, avviare un reale processo di sburocratizzazione e lavorare all’anticorruzione. Tra le prime azioni di un governo 5 Stelle ci sarà proprio la riforma dell’Irsap, l’Istituto regionale delle attività produttive, trasferendo le competenze dell’ente ad un apposito dipartimento dell’Assessorato di riferimento, al fine di realizzare un organo di reale promozione e sviluppo delle attività produttive che si occupi anche dell’attrazione di investimenti esteri. A tale scopo viene prevista la formazione di personale altamente specializzato per lo studio dei bandi europei, per l’internazionalizzazione, la comunicazione d’impresa e la conoscenza specialistica di lingue straniere. Il dipartimento dovrà essere in grado di favorire la commercializzazione, l’attrazione degli investimenti e la promozione dei nostri prodotti sia in Italia che all’estero, nonché favorire le politiche di filiera, aggregazioni e reti di impresa>>.
 
Quest’anno in Sicilia il turismo ha fatto registrare delle ottime performance, ma ancora oggi non riusciamo a raccogliere appieno i frutti che la natura ha dato a questa nostra terra. Che fare secondo lei per migliorare questa situazione?
 
<<Il Turismo sarà per noi la chiave del progetto di rilancio dell’Isola. Ricordiamo che il turista non è altro che un “cittadino temporaneo”, quindi riteniamo che coltivare la cultura dell’accoglienza, attraverso azioni mirate portate avanti in sinergia con gli Enti Locali, le associazioni e gli operatori del settore, nonché fornire servizi adeguati ai cittadini, sia l’unica ricetta reale. Gli ambiti su cui ci muoveremo partono dalla riorganizzazione della macchina  amministrativa, finora è mancata un’unica e operativa cabina di regia; il vero lancio del brand Sicilia, e per questo istituiremo un unico DMO (Destination Management Organization), per noi è una precisa scelta strategica che vede la Sicilia come una “destinazione unica”, non frammentaria. Ottimizzeremo gli strumenti già esistenti (es. l’Osservatorio Turistico che vedrà l’introduzione del criterio “qualitativo”, o il Piano triennale, che dovrà rispondere alle reali esigenze di rilancio), aggiorneremo la normativa del settore e prevediamo diverse iniziative per la destagionalizzazione, dalla creazione e promozione di reti che valorizzino i borghi siciliani e gli alberghi diffusi, il turismo termale, rurale e minerario nelle antiche solfare, fino all’istituzione di un fondo per la destagionalizzazione volto ad incentivare la presenza dei visitatori esteri nei periodi di bassa stagione, attraverso uno sconto sulla vacanza. Inoltre avvieremo delle strategie di marketing innovative, la nostra Isola famosa nel mondo grazie al coinvolgimento di influencer e ambassador, veri e propri testimonial che si faranno portavoce del predetto Brand Sicilia in giro per il mondo>>.
 

Le piccole e medie imprese hanno fatto sempre fatica per accedere al credito, in particolare durante la crisi, tanto che questo problema insieme alla dilatazione dei tempi di pagamento della pubblica amministrazione ha ridotto la loro patrimonializzazione. Ritiene che gli strumenti finanziari esistenti (Ircac-Irfis- Crias), adeguatamente rifinanziati, possono facilitare l’accesso al credito e ridurre i tempi di pagamento?

 

<<Proprio per facilitare l’acceso al credito, è nostra intenzione creare un Istituto Regionale per gli Investimenti unico, prevedendo, tra le cose, l’accesso al credito agevolato per le imprese e l’erogazione di piccoli finanziamenti a fondo perduto (mini grant) per le start up innovative. Faremo poi un “patto con le imprese”, allo scopo di incentivare l’assunzione di personale attraverso la posticipazione del pagamento delle rate dei finanziamenti loro concessi, secondo la formula “più assumi e più posticipi”.>>
 
In base ai dati diffusi dall’Istat tra 50 anni in Sicilia ci saranno un milione di persone in meno, quindi significa che altre decine di migliaia di giovani, anche laureati e diplomati lasceranno l’Isola e che aumenterà il tasso di anzianità. Come pensa si possa invertire questo trend negativo?
 
<<I dati sulla disoccupazione giovanile sono allarmanti, secondo Eurostat siamo nella top ten fra le regioni europee con il più alto tasso di disoccupazione giovanile, oltre il 57 per cento. Dobbiamo ricordare che i giovani non sono il futuro del paese, sono il presente. Bisogna scommettere su di loro, vederli come la “soluzione”. Per questi motivi istituiremo una struttura amministrativa, su cui stiamo ragionando, dedicata appositamente alle Politiche Giovanili e all’Innovazione. Per la prima volta la Sicilia metterà al centro i giovani, prevedendo, inoltre, un apposito “pacchetto giovani” con diverse iniziative fra le quali: concorsi di idee per la realizzazione di progetti di Rigenerazione Urbana, innovazione e inclusione sociale, come nel caso già portato avanti da opposizione nel concorso di idee Boom Polmoni Urbani; è prevista, dunque, l’istituzione di un apposito Fondo Regionale per le Politiche Giovanili e, contemporaneamente, un utilizzo massiccio di risorse comunitarie. E poi, ancora, piccoli finanziamenti a fondo perduto (mini-grant) per permettere alle startup innovative di capire se l’idea di partenza abbia un mercato, e per proteggere il proprio modello di business. Infine, l’utilizzo di immobili di proprietà regionale in disuso o sottoutilizzati, come le biblioteche, per la realizzazione di makerspace, incubatori di impresa, spazi coworking a costo agevolato.>>
 
Secondo lei con quali politiche può rafforzarsi la coesione sociale, migliorare i servizi e la condizione di vita dei cittadini che vivono nelle periferie urbane e nelle zone rurali marginali?
<<E’ necessario re-immaginare luoghi e città in una visione del territorio a 360°, così come fondamentale è la restituzione degli spazi pubblici ai cittadini. È nostra intenzione portare avanti azioni di governo del territorio attuate grazie ad un sistema di programmazione e pianificazione territoriale ed urbanistico, garantendo al tempo stesso la partecipazione attiva dei cittadini alle scelte. Oggi, il concetto di “governo del territorio” è comunemente usato per individuare le attività di controllo e trasformazione dello spazio fisico e le politiche connesse.
Così, all’interno, possiamo includere anche la Rigenerazione Urbana che non è la semplice riqualificazione fisica di un’area, quindi limitata agli aspetti, seppur essenziali, di recupero della bellezza e del decoro urbano; essa è connessa in modo inscindibile all’uso dei luoghi, quindi ad attività e interventi di tipo culturale, sociale ed economico. Il governo del territorio comprende, quindi, l’urbanistica, l’edilizia, l’insieme dei programmi infrastrutturali, la difesa del suolo, la tutela del paesaggio e delle bellezze naturali, nonché la cura degli interessi pubblici e l’innovazione sociale che diventano, per questa via, tutti elementi essenziali di uno stesso progetto che ha lo scopo di promuovere tutte le politiche utili ad individuare ed eliminare le criticità delle città moderne, nonché incentivare interventi efficaci di Rigenerazione Urbana e territoriale>>.
 
Da tempo l’agricoltura siciliana vive una crisi che stringe in una morsa i produttori agricoli perché da un lato non riescono ad ottenere prezzi remunerativi dei loro prodotti e dall’altro devono affrontare costi di produzioni elevati. Che può fare l’Europa per fare uscire l’agricoltura da questa difficile situazione?
 
<<Le azioni da portare avanti sono molteplici, a partire dalle competenze della stessa Regione che deve imparare ad utilizzare al meglio i fondi comunitari esistenti, quindi la rimodulazione dei bandi del PSR destinati all’ammodernamento aziendale che devono rendere vantaggioso l’acquisto di beni mobili ed immobili più sostenibili. Bisogna fare leva sull’insularità già riconosciuta e migliorare le infrastrutture; si devono prevedere agevolazioni fiscali e semplificazioni amministrative a favore delle aggregazioni e conseguente rilancio della cooperazione in tutte le forme attuabili. Affrontare le problematiche sia specifiche, per filiera, sia trasversali riguardanti i settori agricoltura pesca e zootecnia. Avviare campagne di comunicazione istituzionale con marchi di qualità in grado di affermare il brand Sicilia. Rafforzare e sostenere il biologico. Chiudere le filiere tracciando in etichetta anche e soprattutto i trasformati. Dall’Europa dobbiamo pretendere quel sostegno necessario per far ripartire la Regione dall’agricoltura e dal turismo, è indispensabile ridurre i costi di filiera che ci rendono meno competitivi rispetto a molti paesi, soprattutto quelli emergenti (es. Tunisia, Marocco, Turchia ecc…). Per questo prevediamo il rilancio dell’Ufficio Regionale di Bruxelles, dove istituiremo la figura del “lobbista del cittadino” che si occuperà di rappresentare i bisogni e gli interessi dei siciliani e delle imprese siciliane in Europa>>.
 
Da qualche tempo l’Autonomia Speciale di cui gode la Sicilia sembra essersi gravemente offuscata, vale a dire non rappresenta più un valore aggiunto, ma una sorta di paravento dietro cui nascondere privilegi e regalie di ogni sorta per clientele ed amici tanto che da più parti un suo drastico ridimensionamento o l’abolizione. Qual è il suo pensiero a questo proposito?
 
<<Prima di parlare di ridimensionamento o abolizione, dobbiamo dare una vera possibilità al nostro Statuto, valorizzarlo e utilizzarlo in favore dei cittadini, quindi per migliorare le condizioni di vita dei siciliani e delle siciliane, per aumentare l’occupazione, per favorire l’integrazione regionale e potenziare la dimensione mediterranea, ricordando che il riconoscimento di “specialità” trae origine dalla necessità di salvaguardare tutte le peculiarità connaturate all’insularità della Sicilia e alla sua collocazione geografica quale “porta mediterranea” dell’Europa. Per queste ragioni porteremo avanti diverse proposte ai fini dell’applicazione fra cui, avviare da subito una collaborazione con la Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti ai fini della verifica della regolare gestione finanziaria e dell’efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa, la cosiddetta “Due Diligence”, la valorizzazione di un sistema tributario improntato al principio di territorialità ex art. 37 dello Statuto della Regione Siciliana. Infatti,in base a tale sistema, il gettito dei tributi che incidono economicamente sulla ricchezza prodotta dai siciliani e dai soggetti che operano in ambito regionale è destinato a finanziare la Regione>>.
  
Come affrontare la questione dei disabili e del loro inserimento scolastico?
Molti di loro necessitano di assistente alla comunicazione e assistente igienico-personale e molte famiglie sono costrette a rivolgersi a strutture private perché in quelle pubbliche non trovano supporto. E chi non può permettersi una struttura privata?
 
<<Riteniamo necessaria una programmazione dei servizi alla persona con disabilità fondata sul Progetto Individuale di vita, ai sensi delle Leggi nn. 104/1992, 162/1998 e 328/2000 e del Piano triennale delle Politiche della disabilità previsto dal DPRS 2006. Il Progetto Individuale deve essere la chiave unica, il requisito d’accesso essenziale per tutti i servizi.
Per quanto riguarda le problematiche specifiche relative all’assistente alla comunicazione e all’assistente igienico-personale è necessario portare avanti diverse azioni fra le quali l’erogazione dell’assistenza igienico-personale da parte del personale ATA, opportunamente qualificato. In questo modo, la Sicilia si adeguerà alla normativa nazionale (D.lgs n. 66/2017, i cui effetti entreranno in vigore dal 1/1/2019) e verranno liberate risorse preziose per le altre tipologie di assistenza agli studenti disabili; elaborazione di schemi di appalto regionali, dei quali gli Enti Locali potranno avvalersi per l’individuazione dei soggetti erogatori dei servizi di assistenza, al fine di mitigare l’enorme disomogeneità dei costi unitari per gli stessi servizi di assistenza fino ad oggi riscontrata tra le diverse realtà territoriali; garanzia del servizio di assistenza all’autonomia e alla comunicazione per tutti gli studenti per i quali la diagnosi funzionale richieda tale tipo di assistenza (dunque non solo per gli studenti con disabilità sensoriali) evitando inutili, costosi e umilianti ricorsi dei genitori al Giudice Amministrativo>>.
 
Fasce deboli della popolazione con redditi esigui, monoreddito: cosa fare?
 
<<Sicuramente è necessario portare avanti delle azioni integrate, utilizzando i programmi statali per il contrasto alla povertà e l’inclusione attiva, ad esempio il Sostegno per l’Inclusione Attiva – SIA – finanziato attraverso ilProgramma Operativo Nazionale (PON) Inclusione 2014-2020, cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo. Inoltre, una delle nostre proposte da sempre è l’introduzione nell’ordinamento della Regione Siciliana del “reddito di cittadinanza”, quale strumento finalizzato a garantire un’esistenza libera e dignitosa a tutte le numerose famiglie che rientrano nei parametri di povertà assoluta. Proponiamo, dunque, di avviare uno studio mirato sulla Sicilia al fine di dare il via ad un progetto sperimentale ad integrazione degli interventi statali in materia. Non meno importante è puntare sulla formazione e fare ripartire l’economia. Avvieremo  politiche a sostegno delle imprese, come abbiamo già detto, e quindi accesso al credito agevolato attraverso un Istituto Regionale per gli Investimenti unico. Avvieremo, inoltre, una task force per la “sburocratizzazione”. Turismo, agricoltura, pesca, energia, la Sicilia ha tante potenzialità. Non meno importanti, infine, saranno le Politiche sociali rivolte ai lavoratori e alle lavoratrici, per la conciliazione casa-lavoro, ad esempio l’incentivazione dei nidi familiari e dei nidi aziendali>>.
 
Emergenza infrastrutturale: la messina- catania resta ancora chiusa nel tratto dopo Roccalumera per la frana di alcuni anni fa, la Siracusa – Gela ancora non viene ultimata (con continui stop ai lavori), la continuità territoriale manca in molti posti: possiamo considerarla una priorità?
 <<Assolutamente si. Prima di tutto è necessaria l’approvazione del Piano Trasporti, quindi l’efficientamento immediato di tutte le infrastrutture stradali e portuali (di competenza regionale); e poi ancora completamento o realizzazione ex-novo di tutte le infrastrutture ferroviarie; realizzazione di un sistema di trasporti intermodale, in grado di fornire tutti i servizi primari ai cittadini siciliani e ai turisti. L’integrazione fra i vari sistemi di trasporto (ferroviario, gommato, navale) consentirà la fruizione in modo completo dei tempi e degli spazi che l’isola offre, attraverso l’implementazione di strumenti quali, ad esempio, il biglietto unico integrato e l’eliminazione di storture quali, a titolo esemplificativo, i servizi “doppi” che offrono la stessa tratta allo stesso orario, su mezzi diversi. E’ indispensabile, inoltre, un’interlocuzione con lo Stato ai fini dell’ottenimento dell’estensione del suddetto regime di continuità territoriale (attualmente previsto per Sardegna, Pantelleria e Lampedusa), a tutta l’isola, prevedendo ad esempio tariffe aeree ridotte e uniche, per residenti e non. Nel 2016 ci è stata riconosciuta la condizione di insularità da parte della Commissione Ue, a seguito dell’approvazione di una risoluzione in Parlamento europeo, non ci risulta che le autorità italiane abbiano ancora richiesto alla suddetta Commissione una  nuova proposta o modifica di oneri di servizio pubblico (OSP). E’ necessario, inoltre, avviare una cooperazione con BEI – Banca Europea per gli investimenti – attraverso un protocollo, per l’avvio di piani di investimento infrastrutturali. Non meno importante è risolvere con lo Stato le questioni relative agli appalti e gli eccessivi ribassi, dobbiamo dire basta alle opere incompiute>>.
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