TRECASTAGNI (CT) – Ha deciso di rompere il silenzio la dottoressa violentata lunedì notte a Trecastagni mentre era di turno alla guardia medica. Lo fa attraverso i microfoni di “Mattino Cinque”, la trasmissione del mattino di Canale 5.
“Sono profondamente sconvolta come donna, ma anche tanto come professionista. Direi quasi umiliata”, ha raccontata la dottoressa che ha spiegato anche le motivazioni che l’hanno portata ad accettare di parlare pubblicamente: “Quello che mi spinge a parlare, in questo momento, va oltre l’indagine. Io sono qui perché voglio ribadire, per l’ennesima volta, che noi medici che ci prestiamo a lavorare la notte all’interno delle guardie mediche non possiamo essere più alla mercè del primo malintenzionato che decide di farci del male”.
Poi parla di sé la dottoressa che sostiene come nella sua vita ha sicuramente affrontato periodi migliori, sia come donna sia come medico: “Credo che una vicenda come questa non possa che ferire profondamente, indelebilmente sconvolgere una donna”. “E la cosa che mi addolora terribilmente – ha detto ancora – è il fatto che è una vicenda che sta lacerando la vita di tutta la mia famiglia”.
La dottoressa ha poi spiegato: “Abbiamo delle telecamere che praticamente sono a circuito chiuso, cioè sono ridicole. Cioè a che cosa servono? Solo ad avere delle prove se è successo un delitto là dentro? Basterebbe ricollegare quelle telecamere invece di essere a circuito chiuso in un sistema con sorveglianza remota, cosa che abbiamo chiesto, implorato e che non ci è stato dato, sicuramente, non dico che avrebbe evitato l’aggressione, quella una volta che io apro, succede. Però avrebbe limitato il danno, cioè immediatamente sarebbero arrivati i soccorsi”.