RAGUSA – Uno striscione con la scritta “No al dissesto preordinato” è apparso in queste ultime ore sul tetto della sede dell’ex Provincia, in viale del Fante, a Ragusa. I dipendenti del Libero consorzio proseguono con le iniziative di protesta avviate dallo scorso venerdì e con l’assemblea permanente, assieme ai rappresentanti sindacali, contro le mancate risposte della Regione sulla certezza dei trasferimenti finanziari necessari per garantire continuità alla vita amministrativa dell’ente. Non sono arrivate le risposte attese dalla conferenza Regione-Autonomie locali che, tenutasi ieri a Palermo, doveva distribuire i 25 milioni di euro per il funzionamento delle ex province. I fondi necessari per coprire lo squilibrio ammontano a 7,6 milioni di euro. E’ stato destinato appena un milione e mezzo. L’ente sarà dunque costretto a dichiarare il dissesto? Questo significherebbe, oltre al blocco degli stipendi, anche quello dei servizi, alcuni dei quali essenziali per le fasce più deboli, come il trasporto a scuola per gli studenti disabili.
Al Libero Consorzio di Ragusa una precedente delibera della giunta di governo aveva assegnato appena la somma di 1,3 milioni che non consentiva di evitare il default. I lavoratori fanno sapere di voler rimanere riuniti in assemblea in maniera permanente ritornando magari ad attuare forme di proteste eclatanti sino a quando la giunta di Governo non emetterà un provvedimento di stanziamento dei fondi utili a consentire il pareggio di bilancio e la sua approvazione. L’ex Provincia regionale di Ragusa ha sempre avuto i conti a posto. Salvo aver dovuto fare i conti, negli ultimi tempi, con il prelievo forzoso dello Stato. Tutto ciò, unito al taglio dei trasferimenti regionali e nazionali e a una riforma avviata e poi, di fatto, bloccata, ha creato questa situazione penalizzante. La politica locale sta cercando di trovare un rimedio. Ma, per il momento, le uniche soluzioni si sono rivelate dei palliativi.
di Giorgio Liuzzo