CATANIA – “Sono pentito, non ero in me”. Sono queste le parole pronunciate questa mattina da Alfio Cardillo – il 26enne che ha violentato la dottoressa della guardia medica di trecastagni – durante il colloquio con i giudici.
Si è svolto, infatti, questa mattina di fronte al Gip del Tribunale di Catania Pietro Currò l’interrogatorio di Alfio Cardillo: secondo quanto ricostruito dal difensore Luca Sagneri, l’uomo sarebbe arrivato alla Guardia medica in uno stato psicofisico già compromesso a causa dell’assunzione di alcool.
E’ l’avvocato a dire: “Ha ammesso gli addebiti che gli sono contestati, ma ha agito in un forte stato di incoscienza”. Secondo la ricostruzione Cardillo avrebbe avuto un forte mal di denti e avrebbe tentato di combattere il dolore assumendo vari alcolici. Poco dopo l’uomo, ancora preso dai dolori, si sarebbe recato alla guardia medica dove la dottoressa l’avrebbe curato con un antidolorifico somministrato via intramuscolo. A quel punto sarebbe arrivata la violenza, di cui Cardillo non riuscirebbe a darsi una spiegazione: “Quello che è successo dopo lui non lo sa spiegare – prosegue l’avvocato del falegname – L’unica cosa che ha ripetuto più volte è stata non ero io, sono veramente pentito“. L’avvocato Sagneri ha chiesto di considerare il fatto che Cardillo sia incensurato e ha dunque chiesto al gip la concessione degli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico.