Zona artigianale di Ragusa, quando il metano non ti dà una mano

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RAGUSA – Settanta aziende insediate. Ma trentacinque attendono ancora l’allacciamento con il metano. Vale a dire la metà. No, non siamo ai margini della periferia dell’impero. E’ la città di Ragusa a fare registrare questo record negativo. La zona artigianale di contrada Mugno, che sorge alla periferia della cinta urbana, potrebbe rappresentare un gioiello in termini di produttività. E, invece, si scontra con ritardi che ne mettono a repentaglio la funzionalità.

Il metano, per un’azienda, può costituire un vero e proprio valore aggiunto. Costi inferiori alla media per l’esercizio di attività produttive oltre che per il riscaldamento. E invece 35 aziende sono ancora in attesa di essere allacciate alla rete principale. Tra le altre c’è chi ha preferito fare ricorso ai pannelli solari, ma solo per il riscaldamento, e chi, invece, ha ottenuto, in tempi non sospetti, il riscontro adeguato alle proprie richieste e ce l’ha fatta, già allora, ad allacciarsi.

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La zona artigianale di Ragusa, dedicata alla memoria di Pippo Tumino, compianto presidente della Camera di Commercio, oltre che da sempre punto di riferimento della Cna provinciale di cui ha rivestito per anni la carica di segretario, ha dovuto fare i conti, da quando cioè ha aperto i battenti, nel 2003, con piccoli e grandi problemi. Quello dell’assenza di metano, in pieno 2017, è tra i più seri. E, per certi versi, tra i più inconcepibili. Visto che non si comprende perché la lentezza burocratica e, a quanto pare, anche l’impossibilità di potere spuntare prezzi vantaggiosi per le procedure di allaccio, abbiano determinato questi ritardi colossali.

Poi, però, bisogna pure fare i conti con altri disagi. Il decespugliamento che impedisce alla zona di potere contare su un decoro accettabile. Sì, è vero, l’amministrazione comunale ha provveduto di recente. Ma dopo le spinte e le sollecitazioni degli insediati e delle associazioni di categoria. Che, puntualmente, tornano a fare sentire la propria voce per il fatto che le operazioni non sono attuate periodicamente in automatico ma hanno bisogno del sollecito dei diretti interessati.

E poi, aspetto ancora più grave, c’è il disagio riguardante la presenza di numerosi branchi di randagi. Un altro fenomeno che è stato segnalato più volte all’ente comunale di palazzo dell’Aquila senza che, però, siano stati ottenuti riscontri efficaci. I cani, infatti, continuano a proliferare. E tutto ciò rappresenta un impedimento per chi frequenta la zona artigianale per lavoro o perché si tratta di clienti che hanno la necessità di interloquire con i piccoli e medi imprenditori che operano nell’area.

di Giorgio Liuzzo

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