CATANIA – Catania è a rischio dissesto idrogeologico. Lo dice il Sifus attraverso il suo segretario regionale Ernesto Abate. Una iattura per l’intera provincia per la quale occorre ricorrere ai ripari quanto prima. Con semplici mosse: che però la politica dimentica.
“Non serve di certo uno staff di 20 super professionisti così come proposto dal commissario straordinario della Sicilia Francesco Greco, che graverà sul groppone della Regione e di noi contribuenti per un periodo di tre anni, come recita il contratto”, dice Ernesto Abate.
Che, a nome del Sifus, consiglia di usare queste stesse risorse economiche per ripristinare le quote dei fossi di scolo che permettono di raccogliere le acque piovane e farle defluire serenamente a mare; non meno importante è la pulizia degli invasi, dalle sedimentazioni, che riducono di parecchio la capacità di accumulo d’acqua.
Ecco perché sono importanti i consorzi di bonifica: i lavoratori di essi conoscono il territorio, ci sono delle eccellenti professionalità, hanno gli strumenti. A questi consorzi però manca il personale operaio per effettuare tali lavori: “è fondamentale rendere funzionale ciò che per anni ha permesso di evitare disastri alluvionali in Sicilia”, aggiunge Abate che dice ancora: “con l’articolo 8 approvato lo scorso 25 agosto si rasenta la necessità di dare efficacia, efficienza e continuità lavorativa al personale operaio stagionale; ma per mettere in atto questo concetto, il limite non può essere posto sulle giornate lavorative degli operai, bensì sul tempo che scorre inesorabile. Le soluzioni per evitare il disastro vissuto quest’anno, nel non aver accumulato acqua necessaria per garantire più serena stagione irrigatoria esistono e noi lavoratori lo sappiamo”.
Ernesto Abate conclude dicendo: “il SIFUS si attiverà già in settimana anche per le vie istituzionali, qualora non si ravviserà un immediato cambio di orientamento su questa scelta e sull’imposizione impartita ai direttori d Consorzi, nel non assumere il personale stagionale che ha in corso un contenzioso verso l’ente che lo ha assunto, chiedendo dei diritti negati. Tale comportamento è anticostituzionale ed antidemocratico”.