«Risanate e proteggete via di Prima e via Sturzo». L'accorato appello degli abitanti

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CATANIA – Più forze dell’ordine, più sicurezza, più controlli. In una sola frase: basta prostituzione tra via Di Prima e via Sturzo. Perchè a tenere banco, tra il Corso Sicilia e il rione di San Berillo, sono decine di ragazze che, ad ogni ora del giorno e della notte, esercitano il mestiere più vecchio del mondo.

«Ogni angolo, ogni anfratto diventa buono per consumare sesso a pagamento. Qualche volta ci troviamo le prostitute con i clienti nei sottoscala dei nostri palazzi oppure tra le auto parcheggiate. Uno spettacolo penoso che non si può spiegare pienamente a parole. Non solo, le ragazze portano con se un viavai di gente poco raccomandabile. Il risultato è che, nel cuore della notte, veniamo svegliati dagli schiamazzi di ubriachi o delle stesse lucciole che litigano furiosamente. La polizia interviene ma, senza la vigilanza continua del quartiere, lo stesso scenario di degrado ed emarginazione ritorna puntuale nel giro di pochi giorni». A parlare è Francesco Ingoglia, residente della zona e componente del locale comitato cittadino. Accanto a lui, gli abitanti di via Di Prima e via Sturzo che, nel corso degli ultimi anni, hanno organizzato proteste, conferenze dei servizi e petizioni con il preciso obiettivo di chiedere a Palazzo degli Elefanti un piano di riqualificazione dell’area che, finora, non c’è mai stato.

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Un incubo. Lo vive la gente appena cala il buio in via Di Prima e via Sturzo. Persone che chiedono di colpire soprattutto i clienti di questo mercato che non conosce crisi. «Siamo stanchi di vivere in queste condizioni- dice Rossella Strano- in teoria ci troviamo al centro di Catania, a pochi passi dal Corso Sicilia e da via Etnea, in realtà sembra di stare in una zona di frontiera dove tutto è permesso e deve vige la legge del più forte. Qui, oltre alle prostitute, dobbiamo fare i conti anche con i tanti spacciatori di sostanze stupefacenti che usano i palazzi abbandonati di San Berillo come depositi oppure i senza tetto che si arrampicano ai piani superiori di queste strutture fatiscenti per “guadagnarsi” un riparo in cui trascorrere la notte. Qualche immobile- prosegue la ragazza- è stato murato ma nel quartiere ci sono ancora tante strutture da “conquistare” e a noi non resta altro da fare se non osservare e aspettare che qualcosa finalmente cambi tra via Di Prima e via Sturzo».

di Vincenzo Musumeci 

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