In Italia é sempre più psicosi da uova infette: nuovi allevamenti che hanno fatto uso di Fipronil, la sostanza ritenuta tossica, sono stati scoperti dai Nas che hanno proceduto a sequestri di decine di migliaia di uova.
E mentre in Italia si cerca di tranquillizzare il consumatore – il ministro Martina dice che la filiera italiana garantirà il prodotto – in Francia anche pasta e patate sono state contaminate.
È per questo che arriva la certificazione “Fipronil free”, con l’obiettivo di assicurare al consumatore un prodotto “sano e salubre” e di tutelare i produttori di uova da consumo che intendono garantire le proprie produzioni nei confronti di comportamenti illegali. A tal fine è stato avviato, da parte di Coldiretti, un controllo a tappeto su tutti i singoli capannoni di galline ovaiole allo scopo di certificare, attraverso laboratori accreditati, l’assenza di contaminazioni dall’insetticida Fipronil (Fluocianobenpirazolo).
Noi di #HashtagSicilia abbiamo deciso di sentire il parere di un esperto, il dottor Cristian Fioriglio, biologo e nutrizionista che ci dice:
“La continua e pregressa esposizione a un veleno, come può essere il Fipronil, può causare danni: non voglio allarmare nessuno ma neanche è corretto dire che piccole dosi non incidono. Non ci dimentichiamo che le uova sono presenti nella maggior parte degli alimenti che quotidianamente consumiamo. Dunque questo veleno arriva nel nostro corpo sottonvarie forme: l’uomo, come gli insetti vertebrati, possiede il recettore del Gaba, un neurotrasmettitore che provoca, attraverso una super eccitazione dei nervi, l’inibizione nel Sistema Nervoso Centrale dei vertebrati. Fatta questa premessa, ricordo ciò che riferisco nelle mie lezioni universitarie di igiene degli alimenti: “LA DOSE FÀ IL VELENO”. Dunque, anche seppur minima, come per le uova, per un uomo di 1.80 metri e 80 kg può essere sopportabile ma può diventare letale per una bimba di 4 anni dal peso circa di 18 kg: se non letale, può provocare gravi danni neurologici ed endocrini. Dunque, pur non volendo creare allarme e consapevole che c’è una filiera economica importante che in questo momento soffre, mi permetto di concludere affermando che anche le piccole dosi possono causare problemi”.
di Sarah Donzuso