Cartelli in tutta piazza Santa Maria di Gesù per chiedere il rispetto della struttura
CATANIA – Sul palo della luce c’è il “tenere pulito è più facile che pulire”, dall’altra parte dell’area è impossibile non notare la scritta “Chi raccoglie, semina civiltà”. E ancora, sul cassonetto dei rifiuti “Non fare lo str…uzzo, raccoglila!!!”.
Insomma in piazza Santa Maria di Gesù nessuno può dire di non capire (o far finta di non capire) come mantenere il decoro del piccolo polmone verde nei pressi del’ospedale “Garibaldi”. Cartelli sugli alberi, sui cestini, davanti la fontana e sui cassonetti dei rifiuti invitano i proprietari dei cani a non trasformare l’area in un bagno a cielo aperto. «Molti padroni sono assolutamente incivili- afferma Giuseppe Cosentino abitante del viale Rapisardi- se qualcuno gli fa notare che devono raccogliere il “ricordino” del nostro amico a quattro zampe, o fanno finta di nulla oppure ti rispondono in malo modo. I cartelli? E’ un’idea simpatica, da parte di qualcuno con un grande senso dell’umorismo, ad un problema che sta diventando estremamente fastidioso».
«Qualcuno ha già ribattezzato la zona come “piazza delle cacche”- replica Riccardo Pennisi, commerciante di tabacco- perché tra escrementi e rifiuti vari, la gente, camminando, è costretta a fare lo slalom per evitare di calpestare un “ricordino” indesiderato. Un bagno a cielo aperto per le persone, un grosso problema per noi commercianti costretti, ogni mattina, a pulire l’ingresso delle nostre attività».
All’interno di piazza Santa Maria di Gesù la consuetudine prevede di guardare per terra “zigzagando” tra le feci. «Tutto- sottolinea Carla Panebianco, residente nella vicina via Beccaria- tra l’indifferenza dell’amministrazione comunale che non muove un dito per risolvere questa situazione. Ecco che allora qualcuno ha pensato bene di installare questi cartelli per dimostrare, a chiunque passi da qui, che ormai abbiamo superato il normale livello di sopportazione». Non cani randagi, ma animali domestici che in piazza Santa Maria di Gesù vengono lasciati liberi di fare qualsiasi cosa. «Qualcuno ha l’accortezza di pulire tutto- dichiara Michela Pulvirenti- usando paletta e secchiello. Ma sono veramente pochi: casi più unici che rari che non cambiano la sostanza. Se i cartelli funzionano? Ancora è troppo presto per dirlo ma qui nel quartiere nessuno si fa illusioni: l’estrema maleducazione rende ciechi e incomprensibili anche gli avvisi più elementari».
di Vincenzo Musumeci