Caos regionali: centrodestra e centrosinistra ancora in alto mare

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“Forza Italia è allo sbando”.

In queste poche parole, pronunciate dal senatore Gibiino e raccolte da Italpress, si riassume il difficile momento che il partito di Berlusconi, e in generale tutto il centrodestra, sta vivendo in relazione soprattutto alle prossime regionali siciliane.

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Non c’è accordo, non c’è convergenza sui nomi, “manca l’umiltà”, come dichiarato da un altro esponente forzista, Vincenzo Figuccia, riferendosi al segretario Miccichè che in questo momento è poco attento alle esigenze dei siciliani.

“Il segretario non fa riunioni, e’ ondivago e non sa su chi puntare e continua a perdere consensi”, dice ancora Gibiino che aggiunge: “E così si perde tempo ma la nostra terra non può permetterselo: la Sicilia ha bisogno di essere governata da chi questo mestiere lo sa fare ed è per questo che sostengo apertamente la candidatura di Nello Musumeci credendo in lui e nel suo progetto. Un buon coordinatore di partito deve ascoltare chi del partito fa parte. Con Miccichè questo non avviene. Ricordo a me stesso come nel novembre 2014, nonostante lo strappo di Alfano che nel suo partito si porto’ molti deputati, in quell’anno Forza Italia ottenne il 23% dei voti alle Europee. Da allora, Fi e’ in caduta libera, tanto da toccare un misero 8% alle comunali di Palermo.
E’ il momento di puntare su Musumeci: è stato il candidato del Pdl nel 2012 ricordiamo tutti chi ha fatto perdere Misumeci e il PDL e ora penso ancora che sia il migliore candidato alla presidenza”.

Ma da Arcore l’ok non arriva con un Berlusconi sempre più orientato su Armao che vuole puntare sugli indignati di Sicilia:  “Armao la lista civica l’ha fatta un mese fa, io gli indignati li rappresento da una vita e non possiamo certo lasciarli ai grillini”, ha dichiarato Musumeci che spiega come in questo momento in Sicilia serva un candidato d’opinione, capace di intercettare davvero le esigenze del popolo: “Amo dire di essere un politico che ha attraversato le paludi senza mai prendere la malaria… Sono incensurato, non ho mai messo piede alla Regione, ho governato la provincia di Catania per 10 anni portandola al primo posto del gradimento nazionale e sono stato per 4 anni presidente della commissione regionale Antimafia. Non ho mai cambiato idea politica. Credo che tutto questo possa servire a riaccendere nei siciliani la speranza che questa terra, amara e bella, possa avere un futuro. Voglio spiegare a Berlusconi, verso il quale nutro una grande simpatia -sottolinea Musumeci- che in questa campagna elettorale non si vince con il voto strutturato, ma soprattutto con il voto d’opionione: in Sicilia la gente è indignata sì, ma per gli errori commessi da centrosinistra e centrodestra, nessuno può considerarsi indenne da responsabilità”.

Insomma, ancora si naviga a vista. Ma alle elezioni mancano due mesi.

Certo, nel centrosinistra non va meglio: a un certo punto sembrava si fosse trovato l’accordo, con il benestare anche degli alfaniani, su Fabrizio Micari, rettore dell’Universita di Palermo. Tutto semplice? No, perché è arrivato lo strappo della sinistra che, attraverso le dichiarazioni del parlamentare di Sinistra italiana, Erasmo Palazzotto, dice: “Non ci sono le condizioni politiche per un accordo col Pd in Sicilia. Avevamo confidato in Leoluca Orlando per tentare di replicare il ‘modello Palermo’ alla Regione chiedendo discontinuità col governo Crocetta e con chi l’ha sostenuto – afferma Palazzotto – Sono trascorsi due mesi e ci ritroviamo a discutere del candidato senza che il Pd abbia fatto un’analisi politica, anzi ha rivendicato i risultati di Crocetta”.

Insomma anche l’ipotesi di un centrosinistra allargato sembra naufragare: se, infatti, il Pd è disponibile a ragionare sul nome di Fabrizio Micari proposto da Leoluca Orlando e dalla sinistra ma pone come priorità la formalizzazione della coalizione con dentro Ap, Mdp e Sinistra italiana non intendono allearsi col partito di Alfano.

Alfano che per adesso non sembra essere considerato più neanche nella coalizione di centrodestra. Salvo ripensamenti, che la politica comunque non certo lesina.

 

 

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