Ancora una aggressione in ospedale

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Foto di Nick Savchenko
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CANICATTÌ (AGRIGENTO) – Altro caso di aggressione fisica all’interno degli ospedali siciliani. La vittima, un’infermiere dell’ospedale “Barone Lombardo di Canicattì. A colpirlo all’apice di una discussione sfociata in aggressione sarebbe stato il genitore di una bambina, giunti al pronto soccorso.

“È l’ennesimo caso di una lunga serie di aggressioni nei pronto soccorso siciliani denunciati dalla Fsi-Usae”, si legge nella nota del sindacato che nei mesi scorsi aveva già pubblicato un dossier con gli episodi più gravi.

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“L’organizzazione sindacale Fsi-Usae esprime massima solidarietà al collega infermiere aggredito al pronto soccorso di Canicattì rassicurando che non saranno lasciati soli e che continuerà a vigilare”.

La Fsi-Usae denuncia il grave pericolo al quale sono esposti i pazienti che accedono in questa area dell’ospedale a causa dell’assoluta mancanza di sicurezza dell’ambiente lavorativo in cui sono costretti ad operare i sanitari del pronto soccorso del presidio ospedaliero “Barone Lombardo”, oggetto giornalmente di intimidazioni, aggressioni verbali e spesso fisiche, costretti spesso con violenza a interrompere il pubblico servizio. Un sistema sanitario regionale ormai inefficiente, disorganizzato e paralizzato dalla malapolitica, a fronte di pazienti e cittadini esasperati dalle lunghe attese per l’agognato ‘posto letto’, l’assenza di riposte adeguate da parte dei servizi sanitari territoriali, e di reparti che chiudono battente per le carenze di organico. Una miscela esplosiva di carenze e disfunzioni in cui il personale, ormai allo stremo, è lasciato solo come “parafulmine”.

“I pronto soccorso siciliani, spiega la nota sindacale, sono sempre di più territorio di nessuno, sovraffollati e senza controlli, diventano un rischio sia per il personale sanitario sia per i pazienti. Questi ultimi, infatti hanno tempi di attesa lunghissimi, oppure stazionano per ore o giorni su barelle inadatte, spesso vengono visitati in sale sovraffollate o nei corridoi, senza la minima possibilità di privacy”.

“La Fsi-Usae chiede che venga ridata la giusta dignità sia a chi opera all’interno dell’ospedale “Barone Lombardo”, sia ai cittadini che vi accedono e si impegnano ad intraprendere tutte le iniziative, anche legali, volte alla tutela della salute pubblica e dei lavoratori. “Episodi simili ormai sono all’ordine del giorno, per questo come organizzazione abbiamo lanciato l’allarme a tutte le istituzioni competenti soprattutto per i turni notturni. “Auspichiamo un riscontro da parte del direttore generale, che è il primo responsabile della tutela della salute e della sicurezza sul lavoro dei dipendenti”.

“Sulle aggressioni ospedaliere abbiamo stilato un dossier con gli episodi più gravi degli ultimi sei anni inviato ai Ministri della Salute, dell’Interno e alle Prefetture siciliane. Inoltre abbiamo promosso due interrogazioni parlamentari presentate al Senato. Come organizzazione sindacale – conclude la nota – continueremo a chiedere alle aziende sanitarie, ai Prefetti ed gli enti di competenza che si adottino delle misure forti e ribadiamo all’assessore regionale della salute Gucciardi che deve calarsi nella realtà ospedaliera per capire quanto personale sia da assumere e quali sono le reali problematiche che vivono i lavoratori tutti i giorni”.

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