Un giocatore in campo con una delle due squadre, un attaccante volenteroso di fare goal. E’ il ritratto del commissario ad acta della Super Camera del Sud Est Alfio Pagliaro, come emerge dalla lettura dell’informativa della Squadra Mobile che nei mesi scorsi lo intercettava nell’ambito dell’inchiesta sui falsi per l’attribuzione dei seggi nel nuovo ente camerale. Un processo su cui Pagliaro avrebbe dovuto vegliare, come “arbitro” nominato dal Ministero dello Sviluppo Economico. Peccato che, come mostrato nelle puntate precedenti, il commissario abbia disatteso il principio di terzietà scendendo in campo con la cordata di Confcommercio.
A mostrarlo chiaramente le conversazioni in entrata e in uscita con i vertici dell’associazione, in particolare con l’allora presidente regionale Pietro Agen, candidato alla presidenza del nuovo super Ente camerale. Nelle telefonate registrate dagli inquirenti il commissario non esita a definire “avversaria” la cordata che si oppone a Confcommercio, a suggerire di denunciare le associazioni rivali e a chiedere di “fare morire” – in senso squisitamente metaforico – esponenti delle stesse.
Fin qui la storia raccontata nelle scorse puntate. Ma nelle centoquarantuno pagine dell’informativa c’è molto di più. Anche gli interessi particolari di Pagliaro, captati dagli inquirenti che registrano almeno un paio di conversazioni sul punto.
La prima telefonata è del 21 luglio 2016. Com’è stato ampiamente osservato, uno dei temi principali nella vicenda Super Camera è quello del controllo di SAC, la società che gestisce l’aeroporto Fontanarossa di Catania, di cui il Consiglio del nuovo Ente “rappresenterà oltre il 60% delle quote”. Anche in questa vicenda Pagliaro ricopre un ruolo attivo, scrivono gli inquirenti: “L’’interesse di Pagliaro alle vicende della società aeroportuale” lo indurrebbe “a fornire suggerimenti e proposte al commissario Rizzo Roberto, financo manifestando a quest’ultimo la propria aspirazione a ricoprire un ruolo all’interno del futuro C.d.A”.
Proprio l’argomento affrontato nella chiamata del 21 luglio, quando Rizzo contatta Pagliaro “il quale gli chiede se il nome di quest’ultimo sia stato inserito tra i candidati (per il C.d.A. della S.A.C. n.d.r.). Rizzo afferma di non poter smentire né confermare e di aver suggerito all’Assessore di rispettare, al momento della presentazione delle candidature, il principio di ponderazione fatto da Ragusa. Secondo Rizzo, se la Camera del capoluogo ragusano ha inserito tra i propri candidati il segretario generale, anche la Camera di Catania deve procedere in tal senso”.
E’ qui che si inserisce il commissario ad acta della Super Camera. “Pagliaro chiede a Rizzo: ‘se tu dovessi vedere che tra i cinque a Catania non è rappresentata […] sappi che io sono iscritto all’albo dei revisori contabili, quindi ho competenza per il consiglio sindacale in società […] questo te lo sto dicendo, ma non te lo vorrei dire perché non vado alla ricerca di qualcosa, però se nell’equilibrio, visto che tu mi hai chiesto di darti un nome per i componenti del collegio, se tu vedi che tra questi cinque non si sono per motivi x, che non sei tu a decidere, puoi dire, almeno nel collegio nominiamo a Pagliaro’”.
Riassumendo, il commissario che avrebbe dovuto vigilare sull’accorpamento della Super Camera, le cui quote in SAC superano il 60%, comunica la sua disponibilità ad essere indicato all’interno del CdA della SAC stessa. Una disponibilità a fronte della quale lo stesso Pagliaro sente il bisogno di schernirsi, spiegando di non essere “alla ricerca di qualcosa”. Excusatio non petita, avrebbero detto i latini, accusatio manifesta.
La seconda telefonata è del 27 luglio 2016. A chiamare il telefono di Pagliaro è Antonino Barberi Gambonello, “già consigliere delegato di ‘S.A.C. s.p.a’ e Vice Presidente di ‘S.A.C. Service s.r.l.’, e dal 1993 al 2012 componente della giunta della Camera di Commercio di Catania”. Ma soprattutto Barberi ha passato tutta la vita in Confcommercio, essendovi entrato nel 1965 e ricoprendo dal 1975 il ruolo di condirettore della sede catanese. Curiosa la richiesta registrata dagli inquirenti ad inizio colloquio: “Barberi contatta Alfio Pagliaro, al quale chiede di inviargli il curriculum per un incarico non specificato”.
Perché un esponente di Confcommercio, dovrebbe richiedere il curriculum del commissario nominato dal MISE? Di quale incarico parlano i due nella telefonata intercettata? Questa vicenda potrebbe aver influito sull’operato dell'”arbitro” relativamente alla Super Camera? Sono solo alcune delle molte domande che sorgono spontanee scorrendo l’informativa relativa a Pagliaro.