“Amore pulito”, “amore dall’alto”.
Queste alcune delle frasi che tre donne usavano per convincere alcune mamme a sottoporre le figlie a rapporti sessuali con il capo della congregazione religiosa di cui facevano parte.
È una delle tante orrende e agghiaccianti verità venute fuori grazie all’operazione “12 apostoli” condotta dal Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Catania e coordinata dalla Procura Distrettuale etnea.
Agli arresti sono finite quattro persone: ai domiciliari 3 donne – Fabiola Raciti, Rosaria Giuffrida e Katia Concetta Scarpiganto – e un uomo – in carcere Pietro Capuana, papà di un ex assessore provinciale etneo – che della congregazione “Associazione Cattolica Cultura ed Ambiente” era il capo. E proprio perché era il capo a lui dovevano essere portate le minori che, oltre a essere costrette ai rapporti sessuali anche di gruppo, dovevano lavarlo, vestirlo, pulire la sua abitazione. Chi si rifiutava doveva pagare delle multe.
Le vittime, inoltre, erano costrette a sottoscrivere delle lettere in cui dichiaravano il loro amore per il Capuana, dichiarandosi espressamente consenzienti alle sue richieste sessuali. Se le ragazzine esternavano qualche dubbio o si rifiutavano, venivano anche tacciate di essere prive di fede in Dio.
Gli abusi avvenivano, oltre che all’interno della casa del Capuana, anche dentro al “cenacolo”, luogo dove la comunità si riuniva con cadenza settimanale per le riunioni con argomenti religiosi: durante queste riunioni l’uomo si proclamava reincarnazione di un Arcangelo.
Numerose le donne, minori e maggiorenni, vittime in questa vicenda che perdura da oltre 25 anni. Nel corso delle perquisizioni, inoltre, è stato rinvenuto parecchio materiale cartaceo e informatico, tra cui moltissime delle lettere redatte dalle giovani, nonché il “registro” con gli elenchi nominativi di migliaia di adepti.
Le indagini sono partite grazie a una mamma che ha consegnato alla polizia postale il cellulare della figlia dove aveva notato messaggi strani.
per questo, stamane durante la conferenza stampa, sia il Procuratore Zuccaro che il dirigente della polizia postale Marcello La Bella hanno ribadito quanto sia importante controllare sempre i cellulari degli adolescenti e stare attenti a qualsiasi segnale di allarme.
S.D.