“Pagliaro ha adottato una procedura intrisa di violazioni di legge”.
È quanto si legge negli atti sull’indagine riguardanti l’accorpamento della Camera di Commercio del sud-est, atti in possesso della nostra redazione.
Un falcone che, pagina dopo pagina, mette in evidenza alcuni fatti incontrovertibili e che riportare tutti in un solo articolo diventa forse materia ardua. Ecco perché forse occorre una serie di pezzi di cui oggi vi offriamo il primo.
Altro elemento rilevante leggendo gli atti – e le intercettazioni – è che in questa vicenda ci sono alcuni soggetti che, rispetto ad altri, hanno un ruolo cardine. Innanzitutto il già citato Alfio Pagliaro, segretario della Camera di Commercio: insieme a lui l’ex commissario della Camera di Commercio Roberto Rizzo e tramite esso l’Assessore Lo Bello; i presidenti regionale e provinciale di Confcommercio, Piero Agen e Riccardo Galimberti e vari responsabili della stessa come Antonio Barberi e Sandro Romano, presidente Confcommercio Siracusa.
Nomi che citiamo perché scorrendo le pagine degli atti, come si legge, “appare evidente che solo la complicità di pubblici funzionari che operano all’interno alla camera di commercio ha potuto consentire alle associazioni di categoria di inserire nei loro elenchi talune imprese esistenti solo sulla carta o realmente esistenti ma all’insaputa dei titolari delle stesse“.
Insomma quello che da tempo veniva affermato e che ha fatto partire denunce alla Procura, alla luce dei documenti delle indagini, diventa fatto concreto, messo nero su bianco. E da questo nero su bianco che si legge e si intuisce il ruolo di Alfio Pagliaro, attuale segretario generale della Camera di Commercio di Catania il quale si ritiene del tutto scagionato. In realtà leggendo atti e intercettazioni, così non pare: come scrivono i pubblici ministeri nella richiesta di archiviazione, in relazione a dei documenti che lo stesso Pagliaro avrebbe prodotto a supporto della propria condotta, che “con un provvedimento del 21/72017, questo Ufficio ha iscritto separato procedimento (n. 7867/17 mod. 44) al fine di approfondire ulteriormente la questione”.
Insomma Pagliaro – nel rivestire il ruolo di segretario – avrebbe dovuto assumere un ruolo di arbitro, ma ha deciso di scendere in campo e di giocare la partita con una fazione.
In uno stralcio di intercettazione “Pagliaro si mostra entusiasta della situazione che si è creata in relazione alla SAC poiché tutte le Camere proprietarie di quote SAC e IRSAP sono di fatto commissariate e, quindi, non potranno votare a favore della fazione avversa”.
Parole, quelle del segretario, che evidenziano come ci siano due fazioni – e questo è noto – ma che lui propende per una e nel suo ruolo non può certo farlo.
È proprio la Procura a ravvisare comportamenti posti in essere dal commissario suscettibili di ulteriori indagini.
Altro dato chiaro che emerge è come ci sia una stretta connessione fra la politica e le vicende della Camera di Commercio, tant’è che spesso si legge di voler interpellare l’assessore Lo Bello circa le sue decisioni. In una conversazione, al segretario Pagliaro viene poi chiesto esplicitamente da Roberto Rizzo, allora commissario, se:
“Agen ha possibilità di interloquire con il presidente della regione. Pagliaro risponde che il rapporto privilegiato con il presidente è mantenuto da ‘Antonello’.”
Viene spontaneo chiedersi per quale motivo i due, funzionari pubblici, dovrebbero essere coinvolti al punto che uno sollecita all’altro (che evidentemente ha i rapporti per farlo) di sollecitare il Presidente della Regione.
Crocetta tuttavia non dà le risposte che ci si aspetta, ed è per questo che emerge da un’altra intercettazione che il “governatore andrebbe denunciato penalmente perché non può bloccare le procedure ma che possono fare una commissione d’inchiesta”. È proprio Agen a parlare di “ennesimo esempio di ignoranza del nostro Presidente della Regione il quale purtroppo essendo incolto e barbaro, non conosce il diritto e quindi non ne azzecca nessuna”.
Dunque emerge chiaro come Pagliaro abbia indossato la maglia del giocatore, fatto che risulta evidente anche dai contatti assidui con Riccardo Galimberti, uno dei destinatari della richiesta di rinvio a giudizio.
Con l’attuale presidente di Confcommercio Catania, e con Piero Agen (a quel tempo presidente regionale della stessa associazione e addirittura candidato ad assumere la carica di presidente la nuova super camera), Pagliaro parla spesso delle pronunce fatte dal governo.
“Riccardo Galimberti, dicendo che sto usando il telefono di Antonio Strano, chiama Pagliara Alfio. Riccardo chiede se ha letto la Repubblica di stamane. Pagliaro gli risponde negativamente, pertanto Riccardo dice che gli sta passando alla telefono Agen che gli racconterà la lieta novella. Agen lo notizia che sulla Repubblica della medesima giornata è stata fornita cronaca del progetto di sospensione di tutte le procedure di tutte le Camere, preannunciata dal Governo a seguito del fatto che Crocetta ci vuole vedere chiaro… E quindi nomina un supercommissario antimafia, giusto, tanto per cambiare…” e “Pagliaro a tal proposito gli dice che è strano perché proprio ieri si è sentito con Rizzo il quale gli ha detto che il ministero ha mandato un documento dove si rappresenta come se Pagliaro avesse vinto 5/6 a zero contro le organizzazioni che lo hanno accusato. Atteso ciò, Agen gli dice che dovranno chiedere copia di questo documento citando la magistratura a sequestrarlo e confesso di essere a conoscenza dell’esistenza di quest’di tale documento”. Ed è qui che ci si chiede come mai Agen era a conoscenza di questo documento mandato dal MISE alla Regione?
La risposta nella prossima puntata. Perché la storia è davvero lunga e non lesina colpi di scena. E nelle puntate che vi racconteremo non mancherà certo un capitolo dedicato alla convocazione del consiglio camerale per il prossimo 31 luglio. Sempre che in questi due giorni non venga annullata tale convocazione, considerando che la conferenza Stato-Regione è stata posticipata a giovedì 3 agosto e che la legalità e il buon senso inviterebbero ad aspettare prima di insidiare qualsiasi consiglio.