Un ingente sequestro è stato eseguito questa mattina dagli uomini della Direziine Investigativa Antimafia di Catania su disposizione del Tribunale etneo.
Il sequestro colpisce i vertici del clan affiliato alla famiglia mafiosa di “cosa nostra” catanese Santapaola-Ercolano, gruppo attivo nella zona di Librino con diramazioni nel nord Italia e in Europa.
A essere colpita è stata la famiglia Nizza: i sigilli sono stati apposti a beni per un valore di 4 milioni di euro. 14 gli immobili sequestrati, tra ville con piscina e appartamenti, e numerosi conti corrente nonché diverse autovetture riconducibili ai fratelli Andrea, Luca, Salvatore e Daniele.
I Nizza sono considerati i signori dello spaccio: non a caso i destinatari del provvedimento di sequestro dei beni annoverano varie condanne in primo e secondo grado per i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, finalizzata alle estorsioni, al traffico di sostanze stupefacenti, agli omicidi e alla detenzione illegale di armi da guerra.
Serrate le indagini degli uomini della Dia, diretti da Renato Panvino, che sono riusciti così a sgretolare un impero costruito negli anni: di importante valore nelle investigazioni si sono rivelate le dichiarazioni di Fabrizio, fratello maggiore dei Nizza che ha fornito particolari che hanno permesso di incastrare Andrea Nizza, condannato a 70 anni di carcere per omicidio, droga e armi e considerato il più importante latitante della Sicilia Orientale. Fu arrestato all’inizio del 2017 e la sua latitanza durava dal dicembre 2014.
Il gruppo malavitoso dei fratelli NIZZA, capeggiato da Daniele, aveva il monopolio delle piazze di spaccio di sostanze stupefacenti a Catania nel quartiere Zia Lisa e nel quartiere San Cristoforo, nonché in altre aree della cittadina etnea, così come risulta dalle Operazioni di polizia: CARTHAGO – FIORI BIANCHI – SPARTIVENTO.
Sempre grazie alle dichiarazioni del fratello Fabrizio, gli approfonditi e complessi accertamenti patrimoniali e bancari svolti dagli investigatori – compendiati nella proposta di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale avanzata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia – hanno consentito di far emergere come i fratelli NIZZA, unitamente ai propri nuclei familiari, abbiano accumulato un patrimonio, costituito da numerose unità immobiliari, beni mobili registrati e aziende.
Le indagini patrimoniali eseguite dalla DIA di Catania hanno permesso di ricostruire l’evoluzione del patrimonio, anche illecito, dei Nizza per oltre dieci anni e hanno consentito di accertare una notevole sproporzione tra le fonti dichiarate e i beni direttamente o indirettamente posseduti, beni che evidentemente sono stati acquistati con somme dell’associazione mafiosa e del provento della gestione delle piazze di spaccio.