Sono state chiare ed eloquenti questa mattina i rappresentati delle associazioni in merito alla decisione dell’assessore Lo Bello di convocare per giorno 31 luglio il consiglio camerale.
“Non vogliamo ribadire cose che abbiamo detto e che sono all’attenzione delle autorità inquirenti.Vogliamo rispondere a quanto detto in questi giorni. E porre qualche domanda all’Assessore Lo Bello.
Abbiamo sentito dire – aggiungono – che la vicenda dei falsi sarebbe superata con il ritiro di Fapi ed Euromed. Come se tutto il problema risiedesse in queste due associazioni e che con il loro ritiro tutto fosse stato sanato.Non è assolutamente così. I falsi riguardano infatti per grande parte altre associazioni. Quelli che oggi stiamo mostrando sono solo parte di quelli che abbiamo individuato noi.
Ed è bene sottolineare che li abbiamo individuati analizzando un numero molto piccolo di imprese, cioè quelle da noi direttamente conosciute. Come vedete, pur essendo appunto il campione molto piccolo, e avendo tolto le imprese dichiarate da Fapi ed Euromed, i casi acclarati sono numerosissimi.
Chissà quindi quanti ne saranno emersi dalle indagini che sta conducendo la Magistratura che, ovviamente, saranno estese a tutta la platea delle imprese dichiarate.
In secondo luogo, abbiamo anche letto che avremmo rinunciato ai ricorsi (si è detto che il ricorso è stato cancellato dai ruoli, derubricato, ecc.).
Nulla di più falso.
I ricorsi sono pendenti e si è in attesa della fissazione della nuova udienza di merito. E se, sinceramente, si arriva a sostenere falsità per assecondare una presunta debolezza dell’avversario si vede che c’è una chiara mancanza di argomenti.
Infine, la procedura è stata a nostro avviso caratterizzata anche da altre numerose irregolarità.
Non entriamo nel merito di cose già dette (addetti, imprese cancellate, piccola impresa, settori, ecc.). Diciamo solo che l’applicazione del metodo D’hondt evidenzia che se non vi fossero state queste irregolarità il risultato sarebbe stato ribaltato: da 19 a 8 si passerebbe a 12 a 15.
E si badi bene: che il procedimento è viziato non lo diciamo solo noi.
Lo afferma lo stesso MISE quando, nella proposta di revoca dell’accorpamento, ha sostenuto che “… il processo di accorpamento è stato, però, segnato, fin dal primo momento, da gravi criticità cui hanno fatto seguito diversi contenziosi amministrativi e penali, attualmente in corso ….” e che “… questo Ministero, tenuto conto delle criticità che hanno generato una situazione di rilevante conflittualità e di grave incertezza che stanno caratterizzando il processo di accorpamento … ritiene che il medesimo processo di accorpamento debba essere ripensato” e ancora che la “… prosecuzione, allo stato, non appare più opportuna determinando, quindi, la necessità di provvedere alla revoca del decreto con il quale il medesimo accorpamento è stato disposto”
Di fronte a questo scenario abbiamo notificato una diffida al MISE e alla Regione evidenziando che l’insediamento del Consiglio consoliderebbe tale irregolarità.
E per questo chiediamo all’Assessore Lo Bello:
1 – Come fa l’assessore a convocare il consiglio camerale in presenza di numerosissimi falsi accertati e documentati e un’indagine in corso della Procura?
2 – Come fa l’Assessore a convocare il consiglio di fronte a questa posizione del MISE?
3 – E poi come fa l’Assessore a convocare il consiglio camerale mentre il Presidente Crocetta continua a sostenere, anche con corrispondenza scritta al MISE, l’esigenza di ripensare gli accorpamenti?
4 – E’ perché mai insistere con pervicacia su un provvedimento che la larghissima parte delle associazioni giudica errato? Perché insistere su un provvedimento che, alla luce della riforma Madia, se fosse cosi attuato penalizzerebbe la Sicilia? Un esempio su tutti: la Regione Sicilia rappresenta 5,082 milioni di abitanti, 3 volte in più della Sardegna con i suoi 1,663 milioni di abitanti. E sono registrate in Sicilia (dati 2016) 365.594 imprese attive, 2,6 volte in più della Sardegna che ne presenta 142.986. Ebbene alla luce delle scelte che si stanno operando la Sicilia avrebbe 4 Camere, solo una in più delle 3 che si vorrebbero in Sardegna. E sappiamo quanto sarà importante per le imprese la vicinanza alle camere alla luce dei nuovi e importanti compiti che la riforma Madia ha affidato loro.
Perché allora queste forzature contro gli interessi del territorio? Ci sono elementi che ci sfuggono?
Per queste ragioni sollecitiamo il Presidente Crocetta, che appunto si è detto favorevole, a sostenere personalmente innanzi al MISE l’opportunità di ripensare gli accorpamenti, dando così seguito alle istanze del territorio, tutelando gli interessi della regione Sicilia e impedendo che si consumi un atto caratterizzato da gravissime illegittimità e falsi conclamati.
Vada al MISE, sostenga con forza queste ragioni, e dica al suo Assessore, la Lo Bello, di essere conseguentemente coerente. E’ lui il capo della Giunta non la Lo Bello. E noi saremo al fianco di chi farà coerentemente questa battaglia di legalità e di giustizia nell’interesse del territorio.
Ma in ogni caso, laddove si volesse con pervicacia insistere a portare avanti questo accorpamento, se non si vuole cioè rispondere alle istanze e agli interessi del territorio, noi diffidiamo comunque dal procedere con l’insediamento del consiglio in assenza della verifica di parte terza che invochiamo da oltre un anno inascoltati e che era stata promossa con la costituzione del collegio di garanzia che tuttavia inspiegabilmente non è stato mai insediato. E su questa linea continueremo la nostra battaglia certi che alla fine la giustizia si afferma sempre.