Vertici rinnovati per la Cna di Catania. La Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa ha infatti un nuovo presidente provinciale, Floriana Franceschini, una nuova direzione e nuovi collegi dei garanti e dei revisori. Confermato il segretario dell’associazione, Andrea Milazzo.
La Franceschini è stata presidente regionale siciliano di Cna Impresa donna, nonché vicepresidente di Cna Catania. La sua elezione è avvenuta durante l’Assemblea quadriennale elettiva (“Legalità è sviluppo” il titolo dato al momento di riflessione) svoltasi presso l’Hotel Excelsior, cui hanno partecipato esponenti del mondo produttivo, dell’innovazione, delle istituzioni.
Sebastiano Battiato, presidente provinciale uscente, nel ricordare quanto fatto durante il suo mandato, ha evidenziato la necessità di «non dimenticare quella crisi che ha messo in ginocchio molti colleghi artigiani, con le imprese attive che continuano a diminuire, la disarticolazione di fatto delle filiere e la concorrenza sleale che assedia la categoria».
Il segretario Andrea Milazzo ha posto l’accento su come il mancato rispetto della legalità falsi la concorrenza e freni lo sviluppo delle aziende locali. «Attività illecite come racket, usura, contraffazione», ha dichiarato il segretario Cna, «ma anche istituzioni che non compiono il proprio dovere, oppressione burocratica e giustizia lenta fra le cause di una crisi profonda. Il danno più grosso è però sempre quello determinato dall’abusivismo “imprenditoriale”, che incide 20 volte rispetto al racket e 40 rispetto alla contraffazione, stimato dall’Istat in oltre 210 miliardi di euro e agevolato dall’inazione degli organi preposti al controllo, che lamentano pochi uomini per un efficace azione sul territorio, ma che poi dispiegano mezzi e risorse per ispezionare le imprese regolari con blitz in stile caccia al mafioso».
Per Milazzo è quindi assolutamente necessario affrontare con forza e come priorità assoluta il tema della difesa della legalità e del contrasto all’abusivismo: «Il nostro interesse è regolarizzare gli abusivi: che stiano anch’essi nel mercato, ma che lo facciano alle stesse condizioni di tutti. Troppo spesso il problema è stato sottovalutato, o peggio non affrontato. Catania oggi è il far west dell’abusivismo imprenditoriale. Un armata sempre crescente di autoriparatori, impiantisti, muratori, estetiste, parrucchieri opera indisturbata sotto gli occhi di tutti e nell’indifferenza del personale addetto ai controlli».
Floriana Franceschini ha dal canto suo rivolto un appello alle autorità presenti. «Alla classe politica chiedo empatia», ha dichiarato la neo presidente, «empatia nei confronti nostri e delle nostre istanze. È importante che il mondo della piccola e media impresa riceva risposte concrete. È importante per il Paese, ma soprattutto per il nostro territorio, il cui tessuto connettivo è fatto tutto di pmi».
Nelle sue conclusioni, Daniele Vaccarino, presidente nazionale di Cna, ha sottolineato l’esigenza di «essere pratici, concreti: a ogni parola deve seguire un fatto». Notando l’estrema varietà di temi nelle assemblee Cna in giro per l’Italia, «tutti su tematiche specifiche per i vari territori», Vaccarino è tornato poi con forza sull’esigenza di garantire le regole: «se si allarga ancora l’illegalità per noi è la fine e non possiamo permettercelo. Per questo sul tema siamo e saremo ancora in prima fila».
Oltre al momento di riflessione con gli imprenditori Luciano Modica, Giuseppe Licari e Giuseppe Montalbano, moderato dal giornalista Andrea Lodato, nel corso dell’assemblea si è anche tenuto il seminario “Programma operativo Fesr 2014-2020. Uno strumento per lo sviluppo dell’economia siciliana”, con il contributo di Mario Filippello, segretario regionale Cna, e Dario Tornabene, dirigente dell’assessorato alle Attività produttive della Regione Siciliana.
Durante il dibattito conclusivo, l’appello di Milazzo per la legalità è stato raccolto dalla Prefettura (rappresentata dalla dirigente Rosaria Giuffré), dal mondo imprenditoriale e dai sindacati, in particolare da Giacomo Rota (Cgil), che ha proposto a tutte le forze produttive di denunciare alla Procura della Repubblica gli enti istituzionali che non compiono il loro dovere in termini di contrasto all’abusivismo e difesa della legalità.