Negli uffici periferici regionali, in particolare nella provincia di Catania, quello che gli utenti e i dipendenti vivono ogni giorno è un vero e proprio calvario. Da diverso tempo la Ugl di Catania denuncia le carenze strutturali e lo stato di insicurezza che caratterizza servizi fondamentali sia per la cittadinanza che per le imprese.
Una protesta caduta nel vuoto, essendo stata accolta con assoluto silenzio da parte degli amministratori regionali, che hanno lasciato al totale abbandono queste strutture come segnalano, ancora una volta, il segretario generale territoriale Giovanni Musumeci ed il coordinatore del comparto dei dipendenti regionali Maurizio Maccarrone: “E’ una situazione che sta diventando sempre più insostenibile in particolare per quanto riguarda la questione legata alla sicurezza del personale, troppo esposto e poco tutelato rispetto a frequenti tentativi di minacce ed aggressioni. Tra i siti più vulnerabili ci sono soprattutto gli uffici della Motorizzazione civile di Catania, dove sono già accaduti diversi episodi anche parecchi gravi, e del Demanio marittimo ed i Centri per l’impiego. In più occasioni abbiamo avuto modo di far presente, ai dirigenti generali dei settori coinvolti ed all’assessore regionale della Funzione pubblica, lo stato di paura in cui ormai si trovano a vivere i lavoratori che, oltre a dover fare i conti con organici ridotti all’osso ed a vergognose mancanze in termini di organizzazione, sono costretti a fronteggiare situazioni di pericolo.”
Non solo gli ospedali, dunque, ma anche i vari uffici della Regione Siciliana, dislocati nel territorio etneo, stanno diventando teatro episodi in cui istinto di prevaricazione, senso di sopraffazione, tendenza alla prepotenza hanno contribuito a creare un clima di terrore, come spiegano i due sindacalisti: “Se da una parte oggi c’è uno scarso rispetto nei confronti di coloro che lavorano e dell’istituzione che rappresentano, dall’altro bisogna ricordare come una cattiva distribuzione delle risorse umane, tale da scompensare gli equilibri tra i diversi centri periferici, e sistemi di lavoro che risalgono all’età della pietra, contribuiscono notevolmente a creare delle difficoltà e delle incomprensioni con l’utenza”.
“Chi lavora – aggiungono – deve essere messo nelle condizioni di poter dare delle risposte certe e celeri, perché in un tempo in cui la burocrazia è opprimente non ci si può permettere come Regione di mantenere sedi periferiche sguarnite di unità, ad esempio, senza alcun telefono, sprovviste di Pec, con implementazioni informatiche antiquate anche solo per il protocollo, in assenza di adeguata videosorveglianza, ma soprattutto prive di postazioni di vigilanza ed accoglienza preventiva visto che in questi locali l’accesso è libero. Prova ne è che, in uno di questi uffici, un dirigente nella sua stanza al secondo piano si è ritrovato un utente che voleva aggredirlo e, solo grazie all’arrivo di un collega, è riuscito a salvarsi.
“Ci troviamo quindi di fronte, concludono Musumeci e Maccarrone, ad un problema serio che non può essere ancora rinviato. Siamo alle porte dell’estate e le criticità aumenteranno, per questo invochiamo misure urgenti tali da rendere più sicuri e maggiormente efficienti tutti i servizi periferici regionali. Facciamo un accorato appello all’assessore Lanteri, affinchè prenda subito l’iniziativa iniziando a convocare nell’immediato i rappresentanti dei lavoratori, per stilare un programma operativo tale da poter assicurare soluzioni nel brevissimo e breve termine. Attendiamo un segnale che sia forte e chiaro, perché non possiamo più continuare a lavorare in queste condizioni o saremo costretti ad avviare azioni per tutelare il diritto dei lavoratori di operare in condizioni serene e con i mezzi giusti a disposizione.”