Restauratori Cna: in Sicilia un quarto del patrimonio nazionale di BB.CC. lasciato nel degrado

Palazzo Biscari
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Giovanna Comes è stata eletta dall’assemblea presidente dei restauratori della Cna Catania. Nel corso della riunione è emersa una dettagliata analisi dello stato dei beni culturali in Sicilia.

“L’ampio patrimonio culturale siciliano che rappresenta ben il 26,4% dell’intero patrimonio nazionale – ha detto Comes – rischia di continuare a vivere un pesante degrado a causa di endemica assenza di manutenzione e conservazione e di politiche di valorizzazione e fruizione dei beni in questione che imbarcano acqua da tutte le parti”.

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“I 111 siti regionali – ha evidenziato – necessitano di un serio e puntuale intervento conservativo e di regolare e programmata manutenzione, nonostante i capitoli di bilancio della Regione Siciliana destinati ai BB.CC. restano al secco, a partire dal cap.376543″.

“E dire – ha aggiunto – che in Sicilia disponiamo di un patrimonio imprenditoriale, di imprese artigiane e PMI, in materia di restauro e conservazione dei Beni Culturali di provata qualificazione professionale culturale ed imprenditoriale in grado di rispondere alle esigenze del caso. Tutto ciò rischia di subire un pesante tracollo sul piano della conservazione dei Beni Culturali Regionali che sul versante imprenditoriale per la rarefazione dei flussi finanziari e di una adeguata programmazione degli interventi tesi a garantire la valorizzazione e la fruizione di questi beni”.

“A questo – evidenzia – si aggiunge una legislazione, nei diversi livelli, incompleta e carente dei decreti attuativi, per non parlare dell’ultimo intervento legislativo, il Codice degli Appalti, che rischia di affossare definitivamente non solo uno dei punti di snodo di un nuovo volano di sviluppo turistico ed economico, e perfino le stesse ragioni di un sistema imprenditoriale di riferimento che rischia di essere cancellato o fortemente compromesso”.

“Bisogna arrivare da subito – conclude – ad una svolta introducendo in maniera convinta per il territorio siciliano l’attuazione consapevole dei Parchi Territoriali dei Beni Culturali, anche per innescare il circuito virtuoso che i proventi derivanti dalle visite siano destinati alla valorizzazione e alla fruizione degli stessi Beni Culturali”.

Dall’assemblea sono anche emerse alcune indicazioni operative.

“In particolare l’Articolazione di Mestiere dei Restauratori catanesi ritiene di dover porre l’attenzione sul Dlg. Del 18 aprile 2016 n° 50 e su quello integrativo e correttivo del 19 aprile 2017 n°56 il quale non ha apportato alcune correzioni da noi fortemente richieste.

“L’eliminazione del soccorso istruttorio per gli eventuali errori presenti nella documentazione di gara è stata benevolmente accolto dalle imprese così come l’innalzamento delle gare sopra soglia che da un 1 milione di euro è stata innalzata a 2 milioni di euro.

“Ma il punto che vogliamo sottolineare è che tutto questo non è regolamentato da un decreto legislativo ma dalle stazioni appaltanti che possono decidere di mandare in gara qualunque progetto esecutivo, anche sotto soglia, con il criterio delle gare economicamente più vantaggiose invece che con art 97 regolamentato con il massimo ribasso.

“Dal 19 aprile 2016 a tutt’oggi le stazioni appaltanti in Italia hanno indetto ed espletato bandi di gara con importi molto bassi con il sistema di gara dell’offerta economicamente più vantaggiosa, limitando così le piccole e medie imprese alla partecipazione ,in quanto il rapporto tra importo dei lavori e spese di partecipazione sono risultati incongrui ed insostenibili. Tutto questo mette in risalto un aspetto fondamentale legislativo in materia di tutela della libera concorrenza tra imprese.
La stazione appaltante dovrebbe garantire la massima partecipazione di imprese qualificate all’insegna della più totale trasparenza .

“Da ultimo ribadiamo che in materia di lavori pubblici, afferenti le categorie di lavoro scorporabili, sia necessario eliminare lo sbarramento del 15% previsto dalla vigente normativa in sede di gara, preferendo per i lavori specialistici la costituzione di ATI in fase di gara.
L’articolazione – infine – ribadisce la necessità di una ripresa del dibattito in sede di Unioni Nazionale attorno ai temi del nuovo Codice degli appalti.

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