Nel primo semestre del 2018 a Catania sarà avviato un servizio di taxi condivisi: si chiama Mvmant e con un’app dallo smartphone sarà possibile prenotare un posto dentro un minivan che arriva in pochi minuti. Il servizio on-demand, al costo di 85 centesimi al chilometro, viaggia su percorsi prestabiliti, ed è quindi una via di mezzo tra un autobus e un’auto a noleggio. In Italia è già attivo con successo da gennaio a Venezia, per la precisione a Mestre, dove gli imprenditori Blochin Cuius e Riccardo D’Angelo, entrambi di Mirabella Imbaccari in provincia di Catania, sono riusciti ad evitare i problemi avvenuti a piattaforme come Uber, stipulando un accordo con Radiotaxi Venezia. “A Catania invece siamo in contatto con la Ferrovia Circumetnea, che ha colto il potenziale delle linee navette per raggiungere la metropolitana. Con mezzi più piccoli si spacchettizza l’offerta e si ottimizza“, spiega Cuius.
Il nome Mvmant riassume le parole “movimento” e “formica” (in inglese ant), e l’idea è nata ad agosto del 2015 all’interno di Edisonweb, l’azienda creata da D’Angelo nel 1996, sfrutta l’esperienza maturata in anni nel campo del marketing di prossimità. “Utilizziamo degli algoritmi predittivi che consentono di avere il mezzo sempre pieno, in modo da abbattere i costi di trasporto, oltre che l’inquinamento“, spiega Cuius. E la startup Mvmant, grazie all’efficacia del sistema predittivo, ha già avuto due importanti riconoscimenti internazionali. Il primo è la vittoria del programma FrontierCities della Commissione Europea per lo sviluppo delle città di domani, che ha consentito le prime sperimentazioni del servizio anche a Ragusa “dove contiamo di tornare al più presto con un servizio per raggiungere Ibla, speriamo anche qui nel 2018“, spiega l’imprenditore. Il secondo la stipula di un contratto con il Ministero dei Trasporti di Dubai. “Siamo stati selezionati tra oltre 2mila aziende di tutto il mondo nell’ambito del Dubai Future Accelerator, il programma che nell’Emirato vuole costruire la città del futuro. Abbiamo firmato un contratto con Sua Altezza lo sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum. Anticipando anche il deployment di Hyperloop nella regione del Golfo“, spiega Cuius.
Niente male per due quarantenni cresciuti nell’entroterra siciliano, dove però il rapporto con la tecnologia sembra essere privilegiato, visto che Mirabella Imbaccari ha dato i natali anche al famoso Salvatore Aranzulla. “Riccardo D’Angelo è cresciuto con l’idea che Internet sarebbe stato il sistema operativo del mondo, ci ha sempre creduto. Io più semplicemente ho studiato Economia a Catania con professori come Rosario Faraci e Maurizio Caserta e mi sono trasferito in Germania, dove sono nato, e ho trovato lavoro prima alla Mercedes-Benz e poi da Hewlett Pakrard. Ma forse quello che accomuna le storie è la cosiddetta “sindrome di Israele“: per avere successo in un posto dove è difficile emergere devi inventarti sempre qualcosa di nuovo“.
Del resto “un paesino dell’entroterra siciliano non ha apparentemente nulla a che vedere con mobilità e marketing i prossimità”, afferma Cuius. O almeno, non direttamente. “In paese da ragazzini si andava a scuola a Caltagirone o Piazza Armerina. E lo faceva con la sua vecchia Peugeot 404 station wagon il signor Cavallo. Lui conosceva i suoi utenti, e quindi riempiva la macchina il più possibile, per questo costava poco. Forse lui è stato il Mvmant 1.0”. Giorno 19 a Catania evento Made in Sicily due tre eccellenze siciliane.