Bastione degli Infetti, l'allarme del comitato Antico Corso: "Non faccia la fine della Purità"

I residenti del quartiere Antico Corso si sono riuniti oggi per fare il punto sullo stato dei lavori nel bene archeologico ad opera degli uffici comunali che si occupano di Verde pubblico . "Ma è un bene archeologico, non possono fare colate di cemento". E i cittadini denunciano la mancanza di partecipazione al progetto "nonostante i lavori siano teoricamente frutto di fondi regionali per la democrazia partecipata". Critiche dei presenti anche sulla scelta dei responsabili del procedimento e sull'assenza della Soprintendenza: "Come può un agronomo redarre un progetto in un bene archeologico? La soprintendenza è intervenuta solo per la tutela ai bene architettonici, non archeologici". Prevista un'assemblea sul tema giorno 15 in piazza Duomo

Bastione degli infetti lavori
Lavori in corso al Bastione degli Infetti
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Questo non è un parco giochi per bambini, è un bene archeologico che va valorizzato. Il Comune di Catania ci aveva assicurato che l’opera di ristrutturazione sarebbe stata a questo fine, ma non ci ha mai chiamato per dirci come sarebbe stata fatta“. Lo afferma Pippo Lanza, membro del Comitato Antico Corso che nello storico quartiere del centro storico promuove la tutela dei numerosi beni culturali e archeologici. E il Bastione degli Infetti, tra i pochi resti visibili delle antiche mura della città di Catania edificate sotto l’impero di Carlo V ad opera del vicerè Vega, è stato negli ultimi anni il simbolo dell’impegno del Comitato, che ha anche avviato una partecipata campagna di sensibilizzazione attraverso i “luoghi del cuore” del Fondo Ambiente Italiano. Ma quella che sembrava una vittoria per i residenti, ovvero l’avvio lo scorso 20 maggio di un progetto di recupero del bene tramite i fondi regionali messi a disposizione nella misura del 2 per cento per proposte pervenute utilizzando strumenti di democrazia partecipativa, si è trasformata negli ultimi giorni in un allarme sulla tutela del sito archeologico. E qualora i dubbi fossero confermati, non escludono di presentare un esposto alla Procura della Repubblica.

Che le somme destinate alla democrazia diretta vengano impegnate per un progetto che non è stato concordato dai cittadini è un cortocircuito. Qui si rischia la cementificazione, come avvenuto per la Domus Romana nella collina della Purità“, afferma Salvo Castro, anche lui combattivo membro del Comitato di quartiere. Il Comitato, presente all’inaugurazione del progetto di recupero con la formale posa della prima pietra da parte del sindaco Enzo Bianco, “non ha avuto però occasione di vedere il progetto, sul quale abbiamo solo potuto evincere la presenza del parco giochi“, spiega Lanza. L’allarme lanciato oggi, e che verrà reiterato domani 9 giugno alle 11 alla presenza della stampa e giorno 15 giugno in piazza Duomo in una assemblea pubblica, deriva quindi dalle osservazioni dirette dei residenti, che segnalano come i lavori siano stati fermati ieri, forse per un ritrovamento inatteso. “Abbiamo visto come abbiano fatto degli scavi, passato dei tubi dell’acqua e preparato l’ulteriore posa di cavi elettrici. Per completare i lavori sembra mancare solo una colata di cemento. Abbiamo già allertato la Soprintendenza a riguardo”, denuncia Lanza, che non ha certezza sull’esito dei lavori in quanto la richiesta di accesso agli atti per visionare il progetto è ancora ferma negli uffici comunali. Per la precisione gli uffici della Direzione Ecologia e Ambiente, “che ha nominato la dottoressa Lara Riguccio come responsabile del procedimento. Con tutto il rispetto, ma si tratta di un’agronomo, come può occuparsi di un bene archeologico?“, chiede ancora il membro del comitato.

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Anche io ho fatto richiesta di accesso agli atti, ma ho già informato la Soprintendente ai beni culturali sul tema. Ma è chiaro – spiega Gianina Ciancio, deputata regionale del Movimento 5 Stelle -, che l’opera è stata avviata grazie a una interpretazione restrittiva del regolamento regionale sui fondi per opere basate sulla partecipazione dei cittadini“. La norma, presente all’articolo 6, comma 1 della Legge regionale numero 5 del 2014, parla infatti di “democrazia partecipata utilizzando strumenti che coinvolgono la cittadinanza per la scelta di azioni di interesse comune. Questo – conclude Ciancio – significa che ai Comuni è dato margine di scelta se co-progettare o solo accettare segnalazioni”.

Il Comitato Antico Corso insieme a residenti, e a tanti rappresentsnti di realtà del territorio – tra le quali Gammazita Officine Culturali Catania Bene Comune – pagina ufficiale. – e alla depurata regionale Gianina Ciancio – Portavoce a 5 Stelle è al momento in riunione davanti al Bastione Degli Infetti per vederci chiaro sulla situazione dei lavori avviati all'interno della storica struttura.

Опубликовано Hashtag Sicilia 8 июня 2017 г.

All’incontro hanno partecipato esponenti di altre realtà attive sul territorio, come Matteo Iannitti del movimento Catania Bene Comune, Daniele Cavallaro dell’associazione Gammazita, Ciccio Mannino di Officine Culturali e il professore Guseppe Sperlinga dell’Associazione Stelle e Ambiente. ” La questione – afferma Sperlinga -, è che alla soprintendenza sembra che nessuno sappia cosa fa la mano destra e quella sinistra, ovvero la sezione  Architettonica e Archeologica. Qui è evidente che la sezione Architettonica non abbia informato i colleghi della stanza di fronte, competenti sul tema. Perché è chiara l’importanza del sito. Un modo incomprensibile di operare, e questo è uno dei tanti casi. Questo progetto andava assegnato all’assessorato alla Cultura, non al Verde. Peraltro – conclude Sperlinga -, la dottoressa Riguccio, responsabile del procedimento, è anche la responsabile delle capitozzature degli alberi cittadini“.

Per il Bastione si attende quindi uno sviluppo sulla vicenda della tutela archeologica da parte della Soprintendenza, “ma non vorremmo che tutto venisse bloccato per dieci anni come alla Purità. Noi non pretendiamo che la Soprintendenza rimetta i buoi dentro il recinto dopo che questo è stato sfondato. Vorremmo arrivare a una modifica del progetto condivisa coi residenti. Il sogno sarebbe che fosse il Comune a venire da noi cittadini a chiedere delucidazioni sul progetto, e non viceversa“, conclude Castro.

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