Tre mesi fa avevano tirato un sospiro di sollievo, anche se lo spettro di una crisi senza fine era sempre incombente. Adesso i lavoratori dei Servizi sociali di Catania tornano a protestare contro il perdurare di quello che chiamano uno “stato di grave disagio“, che deriva “dai cronici ritardi nella corresponsione da parte del Comune Catania delle spettanze per le prestazioni e i servizi di assistenza e accoglienza resi ai minori svantaggiati, agli anziani e ai disabili“. Per questo motivo gli enti socio-assistenziali associati all’Uneba hanno proclamato lo stato di agitazione e chiesto un incontro urgente al sindaco Enzo Bianco.
A preoccupare gli operatori sono “le notizie trapelate dagli stessi uffici dell’assessorato che le contabilità degli ultimi mesi del 2016 non trovano capienza nei capitoli di bilancio e che, pertanto, rientreranno quali debiti fuori bilancio con tutte le conseguenze del caso in termini di ulteriori ritardi nei pagamenti“. Su tutto pesa il taglio di tre milioni di euro che il Comune etneo ha emesso sul settore assistenziale.
Gli enti associati all’Uneba parlano dunque di “grave rischio che incombe per l’intero comparto dei servizi sociali, con evidenti gravi ripercussioni oltre che per la continuità dei servizi, anche per la permanenza degli attuali livelli occupazionali“. In particolare gli operatori sono allarmati per il “settore dei servizi ai minori con disagio sociale e a rischio devianza, e particolarmente nell’ambito dei servizi resi dagli Istituti educativo assistenziali, con la previsione di chiusura dello stesso servizio con il prossimo mese di settembre“.
Per questi motivi l’assemblea dell’Uneba – che lamenta “amarezza per la scarsa attenzione e sensibilità dimostrate verso le problematiche sociali” – ha dichiarato lo stato di agitazione. Preannunciato anche l’avvio di proteste e sit-in nel caso in cui non dovessero ricevere rassicurazioni sia sui pagamenti arretrati che sulla possibilità di rinsaldare il capitolo di bilancio riservato ai Servizi sociali.