Le 23 dighe, che costituiscono l’ossatura del sistema idrico dell’isola, in base all’ultimo dato disponibile – quello di fine aprile – dell’Osservatorio delle acque della Regione, hanno accumulato 461,98 milioni di metri cubi d’acqua, circa il 15% in meno rispetto all’anno scorso, quando il dato era di 537,28 milioni, con una perdita secca di quasi 80 milioni di metri cubi. Ma la perdita stimata e’ più alta, considerato che e’ ancora da quantificare quella legata al mese di maggio, annuncio di un declino che sembra inesorabile dei volumi invasati.
Coldiretti Sicilia, con il suo presidente Francesco Ferreri, lancia l’allarme: “L’andamento delle pioggia, cosi’ come evidenziato dal Sias dimostra una variabilità pluviometrica che ci preoccupa in quanto dimostra quello che ormai e’ acclarato e cioé che i cambiamenti climatici dettano legge. La carenza di pioggia quindi necessita di interventi mirati che vanno dalla manutenzione del sistema idrico agli incentivi per il basso consumo, fino a una politica di rinnovamento degli enti preposti per l’irrigazione. Senza una strategia da avviare subito con un’attenta politica di salvaguardia idrica, in futuro i problemi si aggraveranno”.
La siccita’ non e’ uno spettro, ma una realta’ concreta in Sicilia, dove nel mese di maggio appena concluso le piogge sono state pari a zero, dopo un aprile avaro e con un’estate che si annuncia assai problematica.
Secondo il Sias, il Servizio informativo agrometeorologico siciliano, l’andamento delle piogge dall’inizio dell’anno fino ad ora e’ stato molto discontinuo.
A gennaio e’ continuata la tendenza del mese di dicembre: su gran parte del territorio regionale le precipitazioni abbondanti hanno creato notevoli difficolta’ alle operazioni di semina dei cereali perche’ i campi non erano accessibili per le abbondanti piogge.
Nel mese di febbraio le precipitazioni sono state decisamente inferiori, specialmente nelle aree interne.
A marzo le precipitazioni si sono del tutto esaurite: in molte aree gli accumuli pluviometrici non sono andati oltre i 10 millimetri, quantita’ insufficienti per permettere lo sviluppo vegetativo dei cereali vernini seminati in ritardo per le difficolta’ di accesso dei campi nel mese di gennaio. I quantitativi accumulati sono stati decisamente inferiori rispetto ai valori climatici di riferimento mostrando deficit idrici pari anche, sottolinea ancora il Sias, al 500%.
Ad aprile si sono verificati isolate precipitazioni su alcuni rilievi interni, mentre sulla piana di Catania, sul Trapanese e sul Siracusano le precipitazioni sono state poco rilevanti.
A maggio in molte localita’ le precipitazioni sono state pari a zero, accentuando le difficolta’ idriche manifestatasi gia’ a marzo. Si e’ dovuto anticipare l’inizio della stagione irrigua negli agrumeti, iniziando a consumare le riserve idriche, gia’ non abbondanti.
Quindi il 2017, ancora prima di iniziare il lungo periodo estivo, sempre quasi privo di piogge, ha avuto un andamento deficitario dal punto di vista pluviometrico a causa degli apporti nulli di maggio e a quelli poco rilevanti di aprile. In alcune aree come la piana di Catania, la piana di Gela, il Siracusano, la parte bassa dell’Ennese, il Trapanese, gli apporti pluviometrici sono stati decisamente inferiori alle medie climatiche di riferimento.