Candeloro Bellantoni è il nuovo direttore generale dell’università di Catania. Originario di Reggio Calabria, 57 anni, ricoprirà l’incarico per i prossimi tre anni. Bellantoni attualmente è direttore generale dell’università Milano-Bicocca e succede a Federico Portoghese. A dare parere favorevole alla sua nomina, ratificata oggi dal Consiglio d’amministrazione di Unict, è stato il Senato accademico nel corso della seduta dello scorso 24 maggio su proposta del rettore Francesco Basile.
La scelta del nuovo direttore generale, così come la stessa elezione del magnifico, si è resa necessaria dopo la sentenza del Tar che ha azzerato le principali cariche dell’amministrazione universitaria. Il primo febbraio, al primo turno, Basile è diventato il successore di Giacomo Pignataro e tra i primi compiti del nuovo rettore – dopo la selezione del nuovo Cda e dei vari delegati – un elemento importante è stato proprio la scelta del nuovo dg.
La seconda poltrona più importante dell’ateneo, infatti, è stata al centro di un’altra intricata vicenda giudiziaria che ha coinvolto Federico Portoghese e Lucio Maggio. Quest’ultimo, ex direttore generale anche lui, è stato sollevato dall’incarico, reintegrato e successivamente allontanato dopo una serie di ricorsi alle aule di tribunale che hanno animato le cronache universitarie degli ultimi anni.
Candeloro Bellantoni adesso si troverà ad amministrare quella che può essere considerata una delle aziende più importanti del territorio etneo. Laureato in Giurisprudenza, abilitato alla professione di avvocato, da oltre vent’anni lavora all’interno dell’amministrazione universitaria milanese. È stato anche consigliere d’amministrazione del Cineca, il consorzio interuniversitario che propone il sostegno alla ricerca scientifica. Nel 2008 Bellantoni ha ottenuto un riconoscimento nell’ambito della Pubblica amministrazione nella categoria università “per la continua attività di rinnovamento dei processi di acquisto, concretizzatasi nell’istituzione di Focal Point in grado di raccogliere, coordinare e razionalizzare la spesa dell’ateneo“.