G7: marcia per la pace a Catania, corteo di protesta a Giardini Naxos

Taormina presidiata dall'esercito per il G7
Taormina presidiata dalle forze dell'ordine e dall'esercito per il G7
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L’Unione degli studenti Sicilia ha organizzato per mercoledì, a Catania, una “marcia per la pace” rivolta ai “grandi della Terra che si riuniranno per il G7 di Taormina”, il 26 e 27 maggio. La manifestazione partirà alle 17.30 da piazza Stesicoro e si concluderà alle 20 in piazza Dante, con una sosta dinanzi la prefettura.

In piazza Dante poi si terrà un’assemblea durante la quale gli studenti consegneranno le loro rivendicazioni al prefetto e al sindaco di Catania “affinché se ne facciano portavoce con i 7 grandi della terra che si riuniranno a Taormina”. All’iniziativa hanno già aderito 30 associazioni siciliane, tra le quali Libera, Arci Sicilia, Anpi e Cgil

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“Ci mobilitiamo, e invitiamo tutte e tutti a mobilitarsi, perché, in nome di una Sicilia ‘terra di pace e di accoglienza”‘, il G7 trovi una radicale e diffusa opposizione sociale”.

Lo affermano, in una nota congiunta, l’Assemblea Regionale contro il G7, il coordinamento Regionale dei Comitati NoMuos, Rete Catanese contro il G7, confermando il corteo di protesta di sabato prossimo a Giardini Naxos, con appuntamento alle 15 al Terminal Bus di via Dioniso Giardini.

Ai promotori del ‘No G7’ il summit “sembra drammaticamente coerente con la logica di chi sta trasformando la Sicilia in una terra ostile all’accoglienza di donne, uomini e minorenni migranti (Frontex, Cara di Mineo e Hot spot), ma disponibile a subire i peggiori disastri ambientali (dai grandi impianti inquinanti, all’aumento di inceneritori e discariche), mentre si aggravano i processi di militarizzazione, sia rispetto alla circolazione delle idee (controllo della rete), sia disseminando l’isola di basi militari, italiane, Usa e Nato (il Muos di Niscemi, Sigonella, Augusta-Melilli, Trapani-Birgi, Pantelleria, Lampedusa)”.

“Infine – conclude la nota – riteniamo che Taormina sia stata scelta seguendo una logica che vede i territori meridionali in condizioni sempre più subordinate, utili solo come luoghi nei quali smaltire scorie e installare discariche”.

 

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