Il relitto dell'auto di scorta di Falcone il 23 maggio a Palermo per il 25° anniversario della strage di Capaci

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Il relitto della croma blindata su cui viaggiavano Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani, uomini della scorta di Giovanni Falcone e Grancesca Morvillo, tornerà in Sicilia il 23 maggio per l’anniversario della strage di Capaci. L’iniziativa è di Tina Montinaro, vedova di Antonio.

“Siamo con Tina Montinaro e ci stringiamo attorno a lei e alla sua energia per continuare e non fermare mai l’impegno per la costruzione di un futuro di giustizia e corresponsabilità».

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Lo affermano Gregorio Porcaro e Flora Agostino, rispettivamente coordinatore regionale e referente regionale della memoria di Libera Sicilia, ribadendo la vicinanza a quanti si impegnano ogni giorno spinti dalla forza della memoria.

La vedova di Antonio Montinaro, agente della scorta di Giovanni Falcone rimasto anche lui ucciso nella strage di Capaci, è la promotrice dell’iniziativa “La memoria in marcia”, che vedrà la Quarto Savona 15, la croma blindata (il relitto, ormai un ammasso di lamiere che fanno rivivere alla memoria la violenza della spaventosa esplosione che distrusse la vita degli agenti, è conservato in una teca) in cui Montinaro viaggiava insieme a Rocco Dicillo e Vito Schifani, i ragazzi della scorta che seguivano il magistrato Giovanni Falcone e la moglie Francesca Morvillo e che con loro rimasero uccisi il 23 maggio del 1992.

Tina Montinaro
Tina Montinaro

L’auto tornerà a Palermo il 23 maggio in occasione del 25esimo anniversario della strage di Capaci, dopo essere partita l’1 maggio da Peschiera del Garda e avere fatto tappa a Riccione, Napoli, Vibo Valentia e Locri.

«Libera Sicilia è con Tina Montinaro, con i suoi figli e con l’associazione “Quarto Savona 15”– concludono Gregorio Porcaro e Flora Agostino – per testimoniare l’importanza di una memoria viva, fonte di ispirazione per un impegno che deve fare sentire responsabilmente attivi tutti i cittadini che hanno sentito e fatto propria la perdita di queste e delle innumerevoli altre vittime delle mafie del nostro Paese».

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