“Il 38% del lavoro perso in Italia dal 2008 al 2016 è siciliano. In pieno Jobs act nel Paese sono andati in fumo infatti 332.510 posti di lavoro e di questi 126.035 nell’Isola”.
Il dato è stato diffuso dalla Cgil Sicilia nel corso del direttivo regionale ed è frutto di un’analisi delle rilevazioni Istat.
“E’ una situazione drammatica – ha sostenuto il segretario generale del sindacato, Michele Pagliaro– che lascia intendere quanto inadeguate siano state le politiche nazionali e regionali per lo sviluppo e l’occupazione”.
“Oggi – ha aggiunto – va evitato che la lunga fase di campagna elettorale che si apre determini lo stallo degli interventi. La sfida che lanciamo oggi al governo regionale è di dare risposte concrete, in quest’ultimo scorcio di legislatura, in tema di contrasto alla povertà e di occupazione giovanile”.
Pagliaro ha rilevato che “la Sicilia detiene assieme a Puglia e Campania il primato di persone in età lavorativa che vivono in famiglia e che nell’ultimo anno hanno lavorato per meno del 20% del loro potenziale”.
Ha parlato dei 20 mila giovani che ogni anno lasciano la Sicilia e dei Neet (tra i 15 e i 34 anni) che nel 2016 raggiungono quota 500.000”.
A fronte di questa situazione , ha affermato Pagliaro, “sarebbe inammissibile una stasi ad esempio sui Fondi strutturali, la cui spesa già arranca, o sugli interventi del Patto per la Sicilia. Il nostro è un appello alla politica a tornare a mettere prima di tutto gli interessi della Sicilia e dei siciliani”.