Olivicoltura, a Catania un convegno sul futuro del settore

Il settore viene da una stagione difficile, con un calo del 63 per cento a fronte di un aumento dei costi di produzione. Domani, alle 15.30, la società cooperativa Apo analizzerà problemi e possibili soluzioni nel corso di un evento

Uliveto a Pisano, Zafferana Etnea
Uliveto a Pisano (Zafferana Etnea). Foto di Livo Ferrante
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Identità, aggregazione, qualità, mercato“. Sono i temi che verranno trattati domani alle 15.30, all’hotel Parco degli Aragonesi, nel corso del convegno dal titolo “L’olivicoltura del futuro“. A organizzare l’evento è la società cooperativa Apo di Catania.

Il traguardo che il comparto deve raggiungere è l’aggregazione del prodotto e la commercializzazione. “Pur dovendo fare i conti con la frammentazione aziendale e con un individualismo diffuso, questo è un obiettivo alla portata del nostro comparto olivicolo, che con prodotti di alta qualità si afferma sempre più in un mercato attento e consapevole“, afferma Giosuè Catania, presidente di Apo.

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L’olivicoltura siciliana porta ogni anno sulle tavole (siciliane e non solo) una varietà importante di prodotti. Il settore, però, viene da una stagione difficile, con un calo del 63 per cento a fronte di un aumento dei costi di produzione. “Tutto ciò evidenzia come, in un Paese che registra un consumo pro-capite di undici chili di olio, quindi con un fabbisogno di circa 600mila tonnellate, i nostri consumi dipendono sempre più dall’estero“, analizza Giosuè Catania. “Ciò rende il nostro Paese non autosufficiente, considerando anche la quota destinata all’esportazione“.

Quello che serve, prosegue il presidente di Apo, è un’inversione delle politiche di settore e un investimento importante nell’olivicoltura, così da incrementare la produzione e garantire maggiore reddito agli operatori mantenendo gli standard qualitativi d’eccellenza. “In Sicilia abbiamo le carte in regola per puntare in alto con le nostre sei Dop e l’Igp – afferma Catania – per garantire l’identità di un prodotto legato al territorio di origine, di per sé veicolo promozionale delle bellezze e della cultura isolana“.

La speranza del rappresentante di Apo “è quello di poter costruire una grande OpOrganizzazione di prodotto, che abbia valenza regionale, rappresenti i bisogni del territorio e della filiera in modo unitario e guardi con attenzione ad un mercato di qualità, ove i produttori organizzati si possano rivedere“.

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