Un ex presidente della Regione condannato per mafia può parlare in un evento pubblico organizzato dall’Ordine dei Giornalisti?
Dinanzi a questa domanda sono state contrastanti le opinioni degli stessi cronisti e dei commentatori. Il casus belli è rappresentato da un recente convegno tenutosi ad Agrigento sull’identità personale e diritto all’oblio e organizzato dall’Ordine dei Giornalisti al quale ha preso parte Totò Cuffaro, condannato per sette anni per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra.
Un giornalista ha abbandonato l’aula durante il seminario e molti altri, in piena polemica, hanno ferocemente attaccato la presenza dell’ex presidente tra i relatori.
Riccardo Arena, presidente dell’Ordine isolano, è chiaro: “In questa vicenda non c’è nulla di cui vergognarsi. La nostra categoria a volte è disattenta: Cuffaro era già intervenuto in un altro seminario a Palermo e ne avevamo dato notizia sul nostro sito e sui social e non ci fu alcuna polemica. Abbiamo raccolto la testimonianza di un personaggio condannato mentre rivestiva ruoli politici e che vissuto l’esperienza carceraria. Ha dato il suo punto di vista sulla percezione dei media dagli istituti di pena e nulla più: ha parlato solo della sua esperienza e nulla più. Non abbiamo nulla da nascondere”.
Di diverso avviso altri giornalisti, tra cui Valter Rizzo che dalle colonne del suo blog ha annunciato di voler restituire la menzione ricevuta dall’Ordine nell’ambito del premio Francese.
Il cronista catanese ha parlato della presenza di Cuffaro al seminario come di “un episodio di assoluta gravità che imponeva da parte del vertice dell’Ordine dei Giornalisti siciliano in primo luogo delle scuse e quindi un’immediata azione disciplinare nei confronti di chi si è reso responsabile della presenza e dell’intervento al tavolo dei relatori di un personaggio condannato per aver favorito Cosa Nostra. Il Presidente dell’Ordine di Sicilia non ha fatto nulla di tutto ciò. Ha invece accampato patetiche scuse e ridicoli distinguo”.