Oggi, lunedì 15 maggio, si celebra la Giornata internazionale della Famiglia. Ce lo ricorda con la nota che segue, la professoressa Elisabetta Barbuto del Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei Diritti umani.
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende ricordare la giornata internazionale della Famiglia, istituita nel 1993 dalle Nazioni Unite.
Questa data fornisce oggi, in una società in continua evoluzione, un motivo in più per un momento di riflessione sulla importanza della Famiglia intesa, oltre che come ambiente parentale, come ambiente in cui dovrebbero essere “praticati” e vissuti sentimenti e valori quali l’amore reciproco, il rispetto per gli altri, la solidarietà umana, l’onestà intellettuale e morale, la condivisione e il sostegno nei momenti tristi e nei momenti gioiosi…bagaglio culturale e formativo che guiderà i nostri figli lungo il loro percorso umano e professionale.
Tuttavia è con grande amarezza che bisogna constatare come tanti, troppi bambini, nel mondo vedono frustrato il loro diritto ad avere una famiglia. Orfani non solo dei loro genitori, ma orfani soprattutto del calore e degli insegnamenti così fondamentali nei primi anni della loro vita.
Le guerre e i conflitti che dilaniano alcuni angoli della nostra terra; la miseria e le precarie condizioni economiche che spingono tanti disperati a migrare per cercare un posto al sole; le contraddizioni del nostro occidente, diviso nettamente tra situazioni di opulenza e di più nera povertà, ma anche la superficialità e l’irresponsabilità con le quali, talvolta, si decide di creare una famiglia, sono tra le prime cause che generano orfani tanto in senso fisico quanto in senso culturale e umano e pongono le condizioni per nuove incomprensioni e nuovi contrasti in una spirale di odio senza fine.
E’ di qualche giorno fa la notizia dello sbarco di tanti disperati presso il porto di Crotone. Fra di loro, una bambina di appena cinque giorni, partorita in mare da una Mamma coraggiosa che è morta per le difficoltà del parto nel barcone alla deriva su cui aveva fatto salire tutte le sue speranze in un futuro migliore per la sua famiglia.
Ci saranno braccia amorevoli e pietose per lei, per Ibe, ma non quelle della sua Mamma.
Ma la storia triste di questo diritto negato ci angoscia anche quando poniamo mente alle storie tristi di tanti bambini che vivono il disagio della disgregazione del nucleo familiare, demoliti nella loro dimensione umana e affettiva da genitori che, protesi nella loro personale guerra reciproca, non si accorgono della sofferenza che le loro lotte generano nei figli, in coloro che dovrebbero aiutare a crescere in maniera sana ed equilibrata.
E’ un discorso difficile questo, complicato all’inverosimile, che scuote le coscienze, che dovrebbe lasciarci senza fiato e farci riflettere, che dovrebbe indurci a reclamare a gran voce la tutela dell’infanzia e della famiglia con politiche d’intervento e di sostegno sempre più mirate a consentire la crescita serena ed equilibrata dei bambini, futuri uomini e donne di domani, assicurando ai genitori la tranquillità e l’unità del nucleo familiare.
E anche la scuola può fare la sua parte in tutto questo.
Trasmettendo la cultura di valori non negoziabili come uguaglianza, solidarietà, rispetto, accoglienza reciproca. Insieme alle famiglie, con le famiglie, per far crescere uomini e donne proiettati verso un futuro di pace, consapevoli dei loro diritti e dei loro doveri morali e materiali nei confronti dei più deboli e pronti a proteggere le loro future famiglie con amore e rispetto.
In particolare i docenti della classe di concorso A046 (ex A019) potrebbero dare un contributo importante, sia approfondendo alcuni argomenti della vasta materia del diritto di famiglia, sia sottolineandone la continua evoluzione in conformità delle istanze provenienti dalla società, istanze non sempre ben accolte e spesso contrastate, che hanno condotto il legislatore a scelte coraggiose e democratiche, estremamente rispettose dei diritti di ogni essere umano e in linea con il dettato costituzionale oltre che con le direttive della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo .
Il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani propone, all’uopo, la realizzazione di una serie di laboratori sull’istituto giuridico della famiglia e la sua storia partendo dall’inquadramento costituzionale per giungere alle norme del codice civile; alle significative modifiche di quest’ultime, avviate in attuazione del principio di uguaglianza con la riforma del diritto di famiglia del 1975, fino a giungere, negli ultimi anni, al D.Lgs 28 dicembre 2013 n° 154 con la quale si è ribadita l’unicità dello stato di figlio e la trasformazione della potestà genitoriale nel più ampio e significativo concetto di responsabilità genitoriale nonché alla L. 20 maggio 2016 avente ad oggetto la regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e la disciplina delle convivenze di fatto.
Perché nessuno resti indietro; perché si comprenda il valore della uguaglianza; perché i diritti siano assicurati senza nessuna discriminazione, concetto odioso e foriero di divisioni tra gli uomini e tra i popoli; perché il rispetto delle regole e degli altri giunga a costituire un sentire spontaneo dettato dalla comprensione e dalla intima condivisione dei principi di libertà e democrazia, presupposti indefettibili di un futuro migliore e colorato dalla pace.
prof.ssa Elisabetta Barbuto
Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani