Per due edizioni hanno sbaragliato la concorrenza, imponendosi sui colleghi di tutta Italia. Quest’anno – nonostante non siano più liceali e non abbiano rispettato i termini della scadenza – “La compagnia dei pelandroni” ha raggiunto ugualmente un importante risultato. Il gruppo di ex studenti originari di Caltagirone, per la terza volta consecutiva, ha ottenuto un riconoscimento nell’ambito del premio di lettura dantesca indetto dall’Accademia della Crusca e dall’editore Loescher.
Obiettivo del concorso nazionale è realizzare un video con la lettura o la recitazione integrale di un canto a scelta della Divina Commedia tra quelli messi a disposizione ogni anno. Coordinati dal docente Gianfranco Faillaci, nel 2015 il gruppo calatino ha ottenuto la vittoria con il quarto canto del Purgatorio; l’anno scorso la doppietta è stata raggiunta con il 22mo. Quest’anno hanno deciso di cimentarsi con il quarto canto del Paradiso e la loro opera ha ottenuto una menzione d’onore.”Non ce l’aspettavamo“, sorride ancora stupito Samuele Drago, operatore della Compagnia dei pelandroni e oggi studente di Economia a Trento. “Abbiamo deciso di realizzare anche quest’anno il video; non per partecipare al concorso, ma per il puro piacere di stare assieme – afferma – Quella che abbiamo fatto negli scorsi anni è stata un’esperienza incredibile, volevamo continuarla“.
Il gruppo di attori ha dovuto affrontare diverse difficoltà, legate alla condizione di non trovarsi più nello stesso liceo. “Io vivo a Trento, un’altra ragazza a Bologna, gli altri studiano all’università di Catania – sottolinea Drago – Sono tornato a casa l’11 aprile e la scadenza per la consegna del video era il 12. Abbiamo però pensato di inviarlo ugualmente“. A lui fa eco il regista Giuseppe Federico, studente di Medicina. “Gli scorsi anni eravamo compagni di scuola, era più facile vederci e confrontarci – sottolinea – Questa volta la coordinazione è stata quasi tutta per via telefonica; è stato più difficile, ma la voglia di farlo è stata più forte“. E così nel breve tempo di una settimana, a cavallo delle vacanze pasquali, gli studenti hanno girato e montato il filmato.
Ricevere la mail dalla direzione del concorso, con l’invito a partecipare il 22 maggio alla premiazione in occasione del Salone del libro di Torino, “è stato surreale“, riflette Federico. “Eravamo consapevoli di essere fuori concorso – precisa – non c’era la possibilità oggettiva di farcela. È stato bello, perché a quanto pare siamo riusciti a fare qualcosa di buono“.
Il canto scelto dalla Compagnia dei pelandroni è incentrato sul dubbio. “È una tematica che ci interessa molto“, afferma Giuseppe Federico, che ha curato assieme ad Annalisa Guzzardi la sceneggiatura. “Abbiamo cercato di sviluppare un video che fosse diverso da quello degli anni passati – prosegue – Abbiamo voluto adottare uno stile diverso. E, dati i tempi ristretti, molte idee sono venute meno e abbiamo dovuto trovare un compromesso“.
Come negli altri filmati presentati, la tematica mafiosa viene affrontata alla luce delle parole del sommo Vate. “Ci rendiamo conto di quanto sia importante rendere attuale il messaggio di Dante – dice Samuele Drago – Cosa vogliamo esprimere? Perché ci sentiamo così interessati? Cos’è che ci fa muovere?“, si chiede. “È voler trasmettere qualcosa, dire basta, denunciare. Una ribellione – elenca – E lo facciamo anche inserendo elementi che riguardano la nostra realtà. Le vittime di mafia, il periodo delle stragi, ci toccano profondamente, anche se non abbiamo vissuto quegli anni. Capiamo come ci hanno condizionato e continueranno a condizionarci anche in futuro“.
La Compagnia dei pelandroni, visto anche il successo ottenuto fuori concorso, non ha intenzione di sciogliersi. “Studio Medicina, ma il cinema è una passione forte e la voglia di fare qualcosa c’è – dice Federico – Magari non sulla Divina Commedia, stavolta“. “Mi stupisce il fatto che, nonostante studiamo corsi diversi, siamo accomunati dall’idea di realizzare questi lavori“, interviene Samuele Drago. “A prescindere dalle nostre vite, questa idea resta e corre parallela alla stessa velocità dei sogni che inseguiamo“.