Sono trascorsi più di 7 mesi da quando dalla Ugl di Catania veniva lanciato l’allarme in merito alla carenza di risorse idriche in molte parti della zona industriale etnea. Problematica che, nei giorni scorsi è stata riportata alla ribalta da un’azienda, stanca di dover continuare a provvedere autonomamente all’approvvigionamento idrico.
Una questione che ha trovato un vero e proprio muro di gomma da parte delle istituzioni interessate, che prima hanno ignorato una richiesta di incontro avanzata dalla stessa Ugl e poi non hanno neanche dato una risposta al grido di dolore dell’impresa che, comunque, tra innumerevoli difficoltà sta comunque continuando a garantire lavoro nel sito produttivo catanese.
“Il silenzio tombale sia da parte dell’Irsap che del Comune di Catania su un fatto così rilevante è a dir poco vergognoso – affermano il segretario generale territoriale Giovanni Musumeci ed i segretari catanesi delle federazioni Metalmeccanici e Chimici, Angelo Mazzeo e Carmelo Giuffrida. – Come organizzazione sindacale ai silenzi siamo ormai abituati, ma non rispondere ad un imprenditore che invoca un aiuto fondamentale, per consentirgli di continuare a produrre e quindi far lavorare decine di persone, è un atto di puro menefreghismo. Poi, però, ci si piange addosso quando un’azienda decide di chiudere i battenti o trasferirsi perché non riesce più a sostenere i costi e gli sforzi per il mantenimento delle forniture”.
” Siamo stanchi – proseguono – e come noi sono stufi di essere presi in giro tanti imprenditori e centinaia di lavoratori che non vedono più una prospettiva in una zona industriale dove l’acqua non arriva in molte aree, ma anche la corrente elettrica viene erogata a costi esorbitanti rispetto ad altre zone d’Italia”.
“Inoltre – aggiungono – non possiamo dimenticare come già lo scorso anno, in piena estate, gli incendi hanno messo a dura prova diversi punti del sito, dove anche i pompieri hanno avuto difficoltà a reperire acqua ed alcune ditte hanno dovuto ricorrere alla chiusura ed alla messa in cassa integrazione dei loro dipendenti. Basta con le belle parole, i roboanti proclami, gli annunci e le promesse, non ne possiamo più di sentire continue prese in giro, mentre c’è chi ogni giorno fa i salti mortali per mantenere una dignità lavorativa!”.
“Il presidente della Regione ed il sindaco – concludono – si assumano la responsabilità e diano subito una risposta a queste imprese che non pretendono la luna, ma chiedono solo di poter operare in un’area industriale dove l’acqua non sia un miraggio e la corrente non diventi un salasso. Noi siamo pronti a partecipare ad un tavolo tecnico, con il coinvolgimento magari della Sidra (come è già stato fatto ai tempi per i casi di Pfizer, Sibeg ed altre aziende vicine), per trovare soluzioni utili per rifornire queste imprese. Diversamente non esiteremo a rivolgerci all’autorità giudiziaria affinchè faccia luce su uno scandalo di proporzioni così vaste.”