Una nutrita delegazione di lavoratori catanesi partirà giovedì, alle ore 19 (concentramento ore 18) dal piazzale Raffaello Sanzio, a bordo di due pullman e altri mezzi resi disponibili dalle organizzazioni sindacali per partecipare alla manifestazione a sostegno della vertenza Tcnis, organizzata da Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil nazionali. Prenderà parte al sit in programmato per venerdì di fronte alla sede del Ministero dello Sviluppo economico assieme a centinaia di lavoratori provenienti da tutta Italia.
Lo annunciano i segretari generali di Fillea Cgil , Filca Cisl e Feneal Uil Pistorio, Turrisi e De Martino ed i confederali di Cgil, Cisl e Uil Rota, Attanasio e Parisi.
La manifestazione nazionale che si terrà nella sede del MISE rappresenta un ulteriore tentativo , forse l’estremo, di coinvolgere tutti gli attori sociali che possono intervenire sul destino occupazionale e sociale del colosso delle costruzioni catanesi.
“La Tecnis può contare su una certa solidità industriale e un portafoglio ordini di circa 1300 milioni di euro. Ha inoltre ridotto nel corso dell’ultimo anno la propria esposizione debitoria nei confronti dei fornitori e degli istituti di credito – sottolineano i segretari di categoria e confederali – Per questo crediamo sia davvero paradossale guardare al futuro di questa azienda con incertezza, e tutto a causa del mancato incasso di crediti da esigere dalla pubblica amministrazione, che ammontano a circa 40 milioni di euro”.
Le sigle sindacali fanno riferimento al premio di accelerazione di circa 12 milioni di euro che sarebbe dovuto dall’autorità portuale di Genova per la consegna anticipata dei lavori e ai circa 20 milioni che una perizia tecnica del Tribunale di Roma dice devono essere dovuti dal Comune di Roma.
“Qualora questi crediti non dovessero essere messi subito a disposizione dell’impresa – proseguono – l’importo dovuto sarebbe destinato a levitare enormemente. Anche il futuro dei circa 500 dipendenti, che al momento lavorano alle dipendenze dell’impresa, ed il destino dei circa 3000 lavoratori alle dipendenze dei fornitori, potrebbe rivelarsi incerto. È dunque necessario che vengano create le condizioni giuste per incassare il credito o quanto meno, di potere ottenere da parte delle appaltanti pubbliche, titoli di credito certificati”.
“Il rischio di un immediato e drammatico epilogo di questa vertenza – aggiungono – potrebbe verificarsi con pesanti ricadute negative sul tessuto sociale, soprattutto nel nostro territorio. Anche il completamento dei lavori in corso di esecuzione, la cui consegna sembrerebbe prossima, potrebbe subire un blocco. In tal caso sarebbe la stessa pubblica amministrazione a subire un danno, trovandosi un giorno a dover essere costretta a restituire le somme tratte dai finanziamenti comunitari destinate a parecchi di questi lavori”.
Concludono Fillea, Filca e Feneal e Cgil , Cisl e Uil di Catania: “Potrebbe risultare difficile avviare anche i lavori relativi ai porti siciliani o ai due ospedali che dovrebbero essere realizzati in Calabria sui quali , da tempo, si fonda il possibile reimpiego dei lavoratori edili catanesi. Gli stessi lavoratori che seguono da tanto tempo e in tutta Italia , il lavoro nei nuovi cantieri Tecnis”.