Tecnis, sciopero e presidio venerdì a Roma per evitare rischio chiusura

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Otto ore di sciopero per venerdì prossimo e, nella stessa giornata, un presidio presso il ministero dello Sviluppo economico. Sono le azioni messe in campo dai sindacati di categoria Feneal-Uil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil, nella delicata vicenda della Tecnis.

La società catanese, che ha 500 dipendenti, rischia di chiudere i battenti nonostante vanti crediti per 40 milioni di euro da varie amministrazioni, tra le quali il Comune di Roma, l’Anas, l’Autorità portuale di Genova e Rfi-Comune di Palermo.

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“Si tratta di una vicenda gravissima e paradossale – spiegano le segreterie nazionali dei sindacati in una nota – che sta mettendo seriamente a rischio la più significativa realtà produttiva del settore in Sicilia e nel Mezzogiorno ed il futuro dei 500 dipendenti, che raggiungono le 3.000 unità con l’indotto, tutta manodopera qualificata e professionalizzata”.

Lo sciopero ed il presidio, spiegano le segreterie nazionali dei sindacati, “sono finalizzati a sostenere il percorso di confronto con il ministero dello Sviluppo Economico e con il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Ai ministri Carlo Calenda e Graziano Delrio chiediamo un incontro urgente e informazioni in merito alla continuità occupazionale dei lavoratori e al pagamento delle retribuzioni arretrate e correnti. Il governo ha il dovere di intervenire sugli enti appaltanti debitori prima che la situazione degeneri”.

Lo sciopero sarà di otto ore e riguarderà tutti i dipendenti delle aziende del gruppo e delle consortili. Il presidio, invece, si terrà in via Molise a Roma dalle 10 alle 14. La situazione dell’azienda rischia di avere ripercussioni anche sulle opere attualmente in esecuzione, lavori strategici come l’adeguamento di via Tiburtina a Roma, la realizzazione della metropolitana di Catania e del nuovo ospedale della città etnea, la realizzazione della metropolitana di Palermo, oltre che i lavori nell’area del Cratere del terremoto presso Micigliano, in provincia di Rieti e la Sassari-Olbia, in Sardegna.

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