Dopo Acireale, Catania è il secondo dei quattro Comuni sopra i 40mila abitanti all’interno della città metropolitana a dotarsi di un regolamento per l’ispezione degli impianti termoidraulici, ovvero le caldaie per la produzione di acqua calda e riscaldamento. Un risultato importante, raggiunto però “dopo 26 anni di attese e continue richieste di adeguamento ai Comuni“, afferma Francesco Tranchina, portavoce dei Temroidraulici all’interno della Confederazione nazionale dell’artigianato di Catania. E secondo Tranchina è proprio grazie all’impegno della CNA di Upla Claai e Confaritigianato se “dopo tutti questi anni finalmente i Comuni hanno smesso di fare orecchie da mercante e hanno attuato la legge, che per i Comuni sopra i 40mila abitanti impone loro l’onere della verifica. Per far sbloccare la situazione – prosegue il rappresentante dei Termodidraulici -, abbiamo dovuto anche minacciare di fare ricorso al Tar. Adesso all’appello mancano Paternò e Misterbianco, mentre gli altri comuni dovranno rivolgersi alla Città metropolitana“.
La nuova regolamentazione risponderà a un problema già presente nel territorio del capoluogo, che conta “approssimativamente 50 mila impianti, praticamente uno per famiglia. Accade – spiega Tranchina -, che non essendoci qualcuno che controlla, la maggior parte delle persone non sottopone gli impianti a verifica biennale come prescrive la legge numero 10 del 1991. Questo comporta che le caldaie non vengono controllate, esponendo tutti a un pericolo” Il regolamento permetterà ora di individuare gli impianti termici non ancora censiti, e di “comunicare tramite una ditta specializzata tutti i dati al catasto regionale degli impianti termici“. Il costo medio per un intervento di verifica da parte di una ditta di controllo sarà intorno agli 80 euro. “Ma è un costo che può trasformarsi in un risparmio, perché porta all’efficientamento della caldaia. Per fare un esempio – spiega Tranchina – già 3 millimetri di calcare aumentano il consumo del 30 per cento, e se ne possono formare anche di più in due anni”.
L’avvio dei controlli potrebbe anche avere un impatto positivo sull’occupazione. “Secondo i nostri calcoli, potrebbe formarsi una filiera da mille posti di lavoro. Faccio un esempio: io al momento ho tre tecnici nella mia azienda: ma se solo tutti i 9mila clienti che ho nel database facessero controlli puntuali potrei assumere altri 3 operai se non 4. Peraltro – conclude Tranchina – come CNA abbiamo avuto un accordo con l’istituto tecnico Cannizzaro di Catania per il tirocinio scuola-lavoro, al fine di specializzare i ragazzi. Saranno tutti tecnici che potranno trovare lavoro in modo più semplice ora“.