Fornire competenze spendibili nel mondo del lavoro, combattere la dispersione scolastica, ridurre la disoccupazione giovanile. Sono questi i grandi obiettivi che si pone l’alternanza scuola-lavoro, la metodologia didattica che integra le conoscenze teoriche con l’apprendimento “on the job”, resa obbligatoria dalla legge 107/2015 per gli studenti di tutte le scuole superiori.
A fare il punto su questo strumento, che a regime coinvolgerà 1 milione e 500 mila allievi in tutta Italia, il Roadshow organizzato a Catania dalla Piccola industria di Confindustria che ha messo a confronto, esperti, imprenditori e dirigenti scolastici delle scuole catanesi.
Ad aprire i lavori, moderati dal giornalista Salvo Fallica, Angelo Di Martino, presidente della Piccola Industria di Confindustria Catania ed Emilio Grasso, dirigente dell’Ufficio scolastico di Catania. E’ stato Bruno Scuotto, vicepresidente Education e Formazione della Piccola Industria di Confindustria a sottolineare come il disallineamento tra scuola e lavoro si traduca oggi in 150 mila posti vacanti, a fronte di un tasso di disoccupazione giovanile che al Sud tocca punte del 50%. Ecco perché la sfida dell’alternanza scuola – lavoro “fortemente voluta da Confindustria – ha detto Scuotto – risulta strategica non solo per le imprese, ma per la crescita sociale del sistema Paese nel suo complesso”. Dove la “bussola da seguire è l’accrescimento di quelle competenze trasversali che non si imparano sui libri di testo, ma sul campo: assertività, comunicazione, intelligenza emotiva, attitudine al rischio, sono qualità che gli imprenditori ritengono fondamentali”.
Impegnarsi per diffondere la cultura della formazione anche tra le imprese, quindi, risulta una scommessa centrale. Lo ha rilevato anche Carmela Mazza (Area Lavoro, Welfare e Capitale Umano di Confindustria), che ha parlato di una vera e propria “svolta organizzativa, culturale e didattica” a cui sono chiamati tutti gli attori coinvolti nell’era della quarta rivoluzione industriale. Non solo adeguarsi al mercato del lavoro, ma cercare di “anticipare le esigenze delle imprese” è la sfida principale.
Carla Galdino, dirigente del Miur (Ordinamento scolastico e Sistema nazionale di valutazione) ha illustrato la guida on line del Ministero dedicata all’alternanza scuola-lavoro, rimarcando anche la necessità di un dialogo costante con i docenti ai quali bisogna “fornire maggiore sostegno per migliorare lo sviluppo qualitativo dei progetti”.
Difficoltà, aspettative, passione e impegno di chi gioca sul campo, sono emersi dal dibattito tra imprenditori e dirigenti scolastici che hanno sperimentato in prima persona cosa significhi tradurre in realtà l’apprendimento in azienda: un enorme impegno culturale, organizzativo e di risorse, che finalmente, però, comincia a far sgretolare il muro invisibile tra mondo del lavoro e della scuola.
Hanno portato la loro testimonianza: Mario Di Martino (Fratelli Di Martino Alina Mascali (Oranfresh); Letizia Ravidà (Etis 2000) Gianluca Reale (Umedia); Daniela Vetri (Istituto Archimede); Giuseppina Montella (Istituto Cannizzaro); Brigida Morsellino (Politecnico del Mare Duca degli Abruzzi); Gabriella Chisari (Liceo Scientifico Galileo Galilei).