Il segretario regionale della federazione Sicurezza civile della Ugl, Giovanni Vitale, a distanza di poche settimane dallo sciopero indetto dalle compagini di categoria di Cgil, Cisl e Uil, che ha visto interessati circa 600 lavoratori in tutta la Sicilia, interviene sulla questione della vigilanza privata.
“Temevamo sin da principio che tutto si risolvesse nella solita tempesta in un bicchier d’acqua e così è stato! Non abbiamo voluto aderire – ricorda Vitale – perché non condividiamo niente questa linea di condotta intrapresa dagli sindacati confederali. In primo luogo perché quanto rivendicato è tema principale, ormai da tempo, di una fitta interlocuzione tra noi e le prefetture dell’intera regione, secondariamente perché siamo stati i primi a chiedere in ogni provincia l’istituzione presso la Prefettura di un osservatorio permanente che possa costantemente monitorare le problematiche del comparto. Nel 2013, abbiamo infatti richiesto a tutti gli uffici territoriali del governo di ampliare le previsioni del decreto ministeriale 269 del 2010, ricevendo ampia disponibilità alla totale collaborazione tra le parti per una verifica continua dell’andamento del mercato”.
“Occorre proseguire nell’unione delle forze – aggiunge il segretario regionale – affinchè si possa trovare un punto di equilibrio con la reintroduzione della “tariffa di legalità” che eviti la celebrazione di nuove gare con il massimo ribasso. Fenomeno, che sta devastando completamente la sicurezza civile. Auspichiamo, dunque, l’insediamento in tempi brevi degli osservatori territoriali richiesti ed un intervento delle istituzioni, a partire dal Ministero competente, nell’intento di mettere mano ad una normativa che, così come è, non garantisce dignità agli operatori del settore e nel contempo sminuisce la professionalità di coloro che per tanti anni hanno svolto questo delicato ed importante lavoro”.
“Ci auguriamo – conclude – che in un futuro non vi siano occasioni di sciopero come quello effettuato, che ha avuto il sapore di un’azione strumentale piuttosto che di un serio momento di rivendicazione dei diritti di chi lavora nella nostra realtà produttiva. Non possiamo più permetterci di perdere ulteriore tempo perché in ballo c’è il pane di migliaia di siciliani.”