Primarie PD, per Mangano (Articolo 1) "chiunque vinca non cambia nulla: non è un partito, ma un insieme di putìe"

A Catania il Partito Democratico non esiste davvero, quindi la discussione su chi vincerà le primarie non mi appassiona per nulla“. Lo dice Paolino Mangano, coordinatore provvisorio del neonato Articolo 1 movimento democratici e progressisti per l’area di Catania. Mangano è stato per anni anima del circolo Centro storico, dirigente provinciale del Partito Democratico e persino sindaco di Maletto.

Ma a marzo ha lasciato il PD e ha aderito alla nuova proposta politica che ha come riferimento l’ex segretario Dem Pierluigi Bersani, e lo ha fatto perché “stanco di un partito dove da anni sono prevalse le botteghe, o quelle che anche nelle ultime direzioni provinciali non avevo paura di chiamare col proprio nome: putíe di cui io non facevo parte”.

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Nonostante dichiari sull’esito delle primarie un netto “non mi appassiona“, per Mangano le consultazioni interne al suo ex partito restano comunque al centro di un grosso problema politico: “Si è consentito nei mesi scorsi l’ingresso incondizionato a gente della vecchia destra e della vecchia Democrazia cristiana. Sono falsate in partenza queste primarie, per l’immissione in massa di tremila nuovi aderenti nel partito“.

Ma se vincesse Andrea Orlando, Ministro della Giustizia e chiaramente il candidato più di sinistra del terzetto composto da Matteo Renzi e Michele Emiliano, “la discussione potrà probabilmente essere aperta con il Partito Democratico. A patto che gli consentsno di dare una svolta al PD. Se non glielo consentiranno penso che questo incontro di intenti per governare non si potrà effettuare. Noi – prosegue Mangano -, lavoriamo per un incontro con i partiti che sono a sinistra del PD ovvero gli ex SEL, SI, i Progressisti di Pisapia. Questo perché ci rendiamo conto che non è possibile andare per conto proprio a eventuali battaglie elettorali”. Tuttavia Orlando “ha avuto questa posizione di orgoglio, di sinistra, troppo tardi. Il PD è diventato un partito di centro, è diventata la nuova Democrazia Cristiana, e lui in tre anni con Renzi non solo ci è stato, ma è stato zitto.

Un atteggiamento che secondo Mangano rimarca la sua visione del Partito catanese dove “comandano sempre le putìe, ovvero chi è il tuo politico di riferimento. Non a caso Orlando ha scelto come suo coordinatore il suo ex sottosegretario”, ovvero il deputato Giuseppe Berretta.

Per Mangano dunque le primarie del Partito Democratico “serviranno a vedere solo cosa succederà dopo il voto del 30 aprile. Prevedo che ci sarà qualcosa di nuovo, chi ha finora aspettato a uscire dal partito potrebbe decidere di farlo se l’esito non gli piacerà“, conclude il coordinatore di Articolo 1.

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