Domenica 23 aprile alle 17.30, andrà in scena al Piccolo Teatro della Città di via F. Ciccaglione, 29, “Peter Pan” con Ezio Garfi, Egle Doria, Giuseppe Carbone, Evelyn Famà, Nicola Alberto Orofino, Alessandra Lombardo. Regia di Gianni Salvo.
Il 27 dicembre 1904 al teatro Duke of York di Londra, debuttò la commedia di James M. Barrie: Peter Pan. The boy who wouldn’t grow up, il bambino che non voleva crescere. Da quel giorno la storia di questo leggiadro satiretto verde ha conosciuto innumerevoli adattamenti sia cinematografici, sia musicali. Le industrie del settore hanno costruito un prodotto (in taluni casi) sicuramente valido ma soprattutto spettacolare, traducendo i valori contenuti nella scrittura di Barrie con strategie offerte dalla tecnica e dal marketing pubblicitario. Immaginazione = effetti speciali. Niente di più bieco per lo sviluppo mentale di un bambino.
Il bambino del nostro tempo deve crescere in fretta ed imparare ad essere competitivo. Deve soprattutto “consumare” nell’accezione più totale del termine: cibo, giocattoli, fantasia. E in quest’ azione plurima, non avere il tempo di sentirsi solo ma guidato, tenuto per mano dalle intelligenze di un mondo costruito e virtuale.
Da questa premessa, l’impresa coraggiosa di restituire ad un testo universale una leggibilità autentica. Immaginazione = stupore = gioco = fanciullezza. Ricordare come prodigio di fabula, anche l’impalpabile presenza delle Fate della tradizione inglese che furono balie e compagne del bimbo che volò dalla propria carrozzina una mattina ai Giardini di Kensington.
La “morale” sottesa alla storia bisbiglia di continuo: conserviamo per sempre Peter dentro di noi, non dimentichiamo l’unico periodo di grazia della nostra vita. Peter Pan, deve aiutare coloro che hanno la fortuna di lavorare per i bambini a rispettare il loro mondo. Tenere ed avere tra le dita questa chiave, ci permette di poggiare un piede all’interno di una dimensione perduta, rintracciabile lungo la rotta che conduce all’Isola Che Non C’è.
La trasparenza del gioco risulta raggiungibile e grazie a Peter possibile. Sull’Isola Che Non C’è, troviamo tutti gli ingredienti dello svago infantile: i pirati, gli indiani, il nascondino dei Bambini Perduti, la voglia delle capanne, delle case sugli alberi, dei duelli con le spade, delle fughe animate di batticuore: sentimenti intrepidi che investono i piccoli animi come un temporale estivo. Giustizia! Abbasso Giacomo Uncino! Liberiamo Giglio Tigrato! Burrasche intense e passeggere inserite in un presente eterno: il tempo di Peter Pan.
E Peter Pan, compagno ideale di tutte queste avventure, cosa insegna proprio ai bambini? Lui che non è mai cresciuto, induce a riflettere sulla consapevolezza del crescere e sull’importanza degli affetti.
Wendy, Gianni e Michele decidono di ritornare a casa, scelgono di richiudere i cassettini dei loro sogni sapendo bene cosa possono contenere. In questo segreto sta il rinnovabile incanto di Peter Pan, la sua memoria.