“È la Regione siciliana responsabile del disastro provocato dalla chiusura delle Terme di Sciacca: un disastro economico, occupazionale e d’immagine. Noto che in questi giorni non si fa altro che parlare di Terme, ma invece di puntare il dito sulla Regione siciliana, sul suo governo, sulle sue strutture burocratiche, si cerca un capro espiatorio a Sciacca”.
Il duro atto d’accusa arriva dal sindaco Fabrizio Di Paola, che annuncia la predisposizione di un dossier sull’attività amministrativa svolta in questi anni per la valorizzazione del patrimonio termale e per la riapertura delle attività produttive dopo “la sciagurata chiusura” disposta dall’assemblea dei soci con dentro la Regione siciliana che “ha sempre avuto in mano ogni decisione sul destino delle nostre Terme”. Un documento, spiega il sindaco, frutto di “contestazioni, incontri, corrispondenze, elaborazione di proposte”.
“Dopo la chiusura del marzo del 2015 disposta a Palermo e non a Sciacca dall’assemblea dei soci e non dal sindaco – spiega Di Paola -, ho cercato in tutti i modi e con tutti i mezzi di contrastare il disegno di abbandono totale del patrimonio. Ho cercato di far comprendere alla Regione siciliana che il blocco delle attività dello stabilimento termale, del Grand Hotel, delle piscine, del parco, avrebbe provocato solo disastri così come è stato. Ho proposto in più sedi, e continuamente, soluzioni a breve termine che consentissero la riapertura in attesa della gestione complessiva. Ma la Regione non ha ascoltato e ha sempre preso e perso tempo”.
Nell’ultimo anno c’è stata una svolta.
“Si è incardinato un procedimento legislativo che sarà bene conoscere, senza bisogno di montare tende – conclude il sindaco -. Un procedimento che vedrà il Comune di Sciacca coinvolto direttamente nell’affidamento della gestione dell’intero patrimonio. L’ente, quindi, dovrà attrezzarsi bene per questa importante fase”.