“Questa vigilia di Pasqua ci ricorda tanto la vigilia di Natale del 2015, quando, approfittando della distrazione generale della gente e della conseguente poca reattività della stampa, il Comune di Palermo tentò di rifilare ai palermitani la polpetta avvelenata della MEGA ZTL.
Stavolta, non sotto l’albero, ma dentro l’uovo di Pasqua, un’amministrazione opaca e tutt’altro che aperta alla partecipazione sulle decisioni strategiche che coinvolgono il territorio e i cittadini, sembra volerci nascondere un’altra delle sue sorprese”.
Così Ciro Lomonte, candidato sindaco di Palermo del movimento Siciliani Liberi, commenta così “un possibile imminente accordo fra IKEA e l’amministrazione, secondo il quale la società svedese avrebbe intenzione di installare un proprio punto vendita a Ciaculli, almeno stando alle dichiarazioni dell’assessore alla Pianificazione urbana e territoriale, Giuseppe Gini”, il quale ha individuato “l’area ideale” proprio nella “la zona di Ciaculli, anche per riqualificare quella zona della città e gli svincoli di Brancaccio. Da parte nostra c’è la massima disponibilità”.
“Noi Siciliani Liberi non possiamo non spendere una parola sull’argomento, – continua Lomonte – anche in virtù del nostro programma per Palermo, che si contraddistingue proprio per la particolare attenzione all’urbanistica, alle borgate, alle periferie, al verde. Per noi questo è proprio un caso esemplare, che corrisponde a una cattiva consuetudine della politica cui è necessario porre fine. Se ogni volta si sceglie di sacrificare sempre nuovo verde, se si aumenta sempre la cubatura è perché questa, di fatto, è la scelta più facile, la più ‘economica’. Poco importa se rende la città sempre più brutta e invivibile, salvo poi lamentarsi della qualità dell’aria”.
“A parte il fatto che occorrerebbe ragionare sull’effettivo valore aggiunto che queste opere creerebbero nel complesso: strutture di sola vendita di beni prodotti altrove, con tutte le conseguenti ricadute sull’economia locale complessiva e sulla produzione artigianale. – spiega – Occorrerebbe chiedersi se la “logica dell’ipermercato” (peraltro in declino negli Stati Uniti, proprio là dove è nata) sia a somma zero, o se quello che si guadagna creando qualche nuovo posto di lavoro, lo si perde da un’altra parte sacrificando, ad esempio, il comparto artigianale”.
“Ma volendo tralasciare tutto questo, – afferma l’architetto Lomonte – non volendo essere contrari per partito preso a certe logiche di mercato, siamo disponibili a ragionare su questa opportunità, che saluteremmo con favore se l’IKEA, o chiunque, volesse spazi per investire in Sicilia, lo facesse a certe condizioni. Non siamo infatti contrari per principio. Chiunque voglia occupare il nostro territorio con una propria mega struttura, deve fare un investimento di riqualificazione VERO”.
“È agghiacciante sentir parlare di ‘riqualificazione’ l’assessore Gini a proposito della cementificazione dell’ultimo angolo di verde agricolo residuo di quella che una volta era la Conca d’Oro”, attacca Lomonte, che poi propone: “Chiunque voglia chiedere uno spazio per installare una propria struttura, prenda una zona degradata della periferia e la riqualifichi a proprie spese, in sinergia con l’amministrazione e secondo logiche qualitative, sia dal punto di vista urbanistico, che da quello architettonico”.
Per il caso specifico l’idea di Lomonte è, però, un’altra: “Nel caso di IKEA noi preferiremmo verificare l’esistenza di aree disponibili nell’area industriale di Termini Imerese. Quella sarebbe una zona adattissima, che necessita realmente di riqualificazione e che si trova ad una distanza sufficientemente lontana dal centro abitato di Palermo da non aggravare la già insopportabile congestione del traffico veicolare di mezzi leggeri e pesanti, come invece accadrebbe costruendo un polo commerciale così grande proprio all’ingresso della città”.