Il sindaco di Motta Sant’Anastasia ha ritirato la delibera con la quale era stato concesso un primo via libera alla costruzione di un “Centro innovativo tecnologico“. L’opera, dal valore di 580 milioni di euro, avrebbe comportato la realizzazione anche di un inceneritore ai confini del territorio mottese. Lo studio di fattibilità era stato inviato dall’azienda svizzera Nexxus energy e aveva incassato il parere favorevole della giunta guidata da Anastasio Carrà, incontrando però le proteste di numerosi cittadini del Comune etneo e non solo.
La notizia del ritiro della delibera è giunta ieri sera, durante un consiglio comunale che aveva all’ordine del giorno anche la questione inceneritore. Il progetto – 22 piattaforme industriali, un centro di ricerche scientifiche, un parco attrezzato con lago, un museo e un punto di ristoro – sarebbe stato realizzato in due fasi. Un grande complesso stagliato in un’area agricola da 465mila metri quadri, a ridosso dello svincolo dell’autostrada Catania-Palermo.
Tra dicembre e gennaio a levarsi contro la realizzazione del Centro erano stati i componenti dell’opposizione, i comitati No discarica di Motta e della vicina Misterbianco, ma anche i promotori del Patto di fiume Simeto. Il Comune mottese, infatti, ha siglato nel 2014 un protocollo d’intesa che coinvolge tra gli altri anche l’università etnea e le Soprintendenze di Catania ed Enna per la rivalorizzazione e la tutela ambientale della valle del Simeto. I soci fondatori, a poche settimane dalla firma della prima delibera, hanno organizzato un’assemblea molto partecipata durante la quale non sono mancate le critiche all’amministrazione Carrà per la scelta di avvallare il progetto.
La decisione della giunta arriva in un momento delicato per gli attivisti del territorio mottese. I comitati No discarica da anni lottano contro la discarica della Oikos che sorge tra i Comuni di Motta e Misterbianco; una struttura che accoglie i rifiuti provenienti da numerose città siciliane a pochi chilometri dai centri abitati. Qualche giorno fa, però, il Consiglio di giustizia amministrativa ha accolto l’istanza dei proprietari e concesso nuovamente l’Autorizzazione integrata ambientale. L’Aia era stata ritirata dalla Regione anche a seguito di una maxi-operazione coordinata dalla procura di Palermo e del successivo processo che coinvolge un dirigente regionale e diversi amministratori di discariche private tra i quali Domenico Proto, titolare della Oikos.