La ribellione degli imprenditori ferma gli uomini del racket a Taormina. Quattro gli arresti dei carabinieri che hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Messina su richiesta della Dda, nei confronti di esponenti di Cosa nostra etnea e considerati responsabili di estorsione in concorso, con l’aggravante del metodo mafioso.
L’indagine, denominata “Good Easter”, ha permesso di fare piena luce su una serie di estorsioni ai danni di due imprenditori di Taormina, rivenditori di auto, ai quali veniva imposta la consegna di mezzi in vendita.
In manette Francesco Antonio Faranda, catanese di 38 anni, residente a Fiumefreddo di Sicilia, ritenuto appartenente clan “Brunetto”, egemone nell’area sub-etnea nord-occidentale; come Emanuele Salvatore Blanco, 44enne; Enzo Ferriero, 31enne di Paterno’, elemento di spicco ed emergente nell’area Etnea”; Carmelo Porto, catanese di 60 anni, di Calatabiano, elemento di vertice del clan mafioso “Cintorino”